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È un modo per esorcizzare la frustrazione ridendoci sopra. Risate amare eh, ma almeno si ride. In un certo senso è anche una pagina terapeutica. Il buonumore fa bene. D: Una domanda che faccio a tutti, conosci il valore economico della tua pagina e hai mai pensato, o ti hanno mai chiesto di venderla. Accetteresti di lasciarla ad altri per soldi? Il taglio ironico oltre che voluto era necessario perché in sintonia con la filosofia della piattaforma Facebook, che io considero come un enorme bar. R: Non ho la minima idea di quanto possa valere una pagina come la mia che è espressione di una minoranza all’interno di una nicchia. Non credo nemmeno che una pagina che oggi conta poco più di 18.000 fans sia appetibile per qualcuno. Ci sono pagine simili e anche no alla mia che hanno decine se non centinaia di migliaia di followers. Detto ciò non so se la venderei. Mi sembrerebbe di tradire quelli che mi hanno dato fiducia. E nel mio infinitamente piccolo 18.029 persone sono tantissime. D: Da quando seguo questa pagina, passando diverso tempo a leggere i commenti, mi sono reso conto che difficilmente esplodono risse digitali. Gli utenti sembrano stranamente refrattari alla polemica quindi apparentemente gli haters e i troll che infestano moltissime altre pagine non trovano stimoli nella dinamica dei commenti. Ci sono stati episodi in passato che ti hanno costretto a bannare alcuni utenti? R: Non ho mai bannato nessuno e le discussioni sui post si sono sempre mantenute nei binari della correttezza e dell’educazione. Né mi è capitato di dover riprendere qualcuno per qualche commento un po’ estremo. Devo anche ammettere che i miei post non sono particolarmente “engaging”. Strappano un sorriso e magari una condivisione ma non accendono gli animi. Ci sono pagine assimilabili più o meno alla mia, penso ad esempio a Roba da Grafici o I Pirati Grafici, che hanno un numero di follower 10 volte superiore alla mia. Lì si parla di lavoro in maniera anche seria e articolata e le discussioni a volte sono molto accese e statisticamente l’elevato numero di fans può nascondere degli haters. D: So per esperienza diretta che i “creativi” sono spesso invidiosi e vendicativi nei confronti dei colleghi, ho visto giovani e promettenti promesse scappare in lacrime dagli studi di agenzie e case editrici, lasciandosi alle spalle una scia di bozzetti? R: L’invidia (quella negativa) non fa parte del mio repertorio, semmai c’è una sana ammirazione per chi oggettivamente è più bravo di me o ha avuto l’idea “della vita”. L’invidia si ferma al “Cazz! Come mai non ci ho pensato io?” C’è sempre da imparare. A volte anche da quelli apparentemente meno bravi. Da piccolo mi hanno insegnato che anche uno stupido ha una storia da raccontare. 7