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Il generale trasecolato impallidì, l’aliena uscì silenziosamente e lentamente dalla piccola sala bianca, attendendo il generale appena pochi passi, fuori
dal vano d’accesso alla sala bianca.
Il generale rimase nella sala bianca per vari minuti, dava le spalle alla piccola
aliena e sembrava ascoltare e dialogare con i sei parenti. La piccola aliena teneva le piccole mani serrate dietro la schiena, osservava dall’esterno in modo
apparentemente inespressivo la scena, talvolta sbatteva le palpebre, mentre in
modo un po’ puerile, si dondolava a destra e sinistra con il corpo, nell’attesa
che il generale avesse finito il proprio colloquio.
Quando il generale uscì dalla sala bianca, era vistosamente sotto shock, commosso, con gli occhi rossi, con una mano si copriva il volto, s’asciugava la fronte, cercava di mantenere il controllo reprimendo i propri sentimenti come aveva sempre fatto. Grandi lacrime gli colavano copiose dagli occhi, come una fontana a cui fosse saltata la guarnizione del rubinetto. Fece qualche passo
nell’hangar dell’astronave, allontanandosi dalla camera bianca, poi d’un tratto
lasciò cadere il copricapo militare che reggeva nella mano destra. S’accasciò a
terra, appoggiandosi sul ginocchio destro; poi si coprì il volto con entrambe
mani, scoppiò a piangere in un pianto liberatorio.
La piccola aliena gli si avvicinò empaticamente, inclinò la grossa testa, gli
strinse il braccio sinistro strusciando la sua testolona sulla spalla, sussurrandogli:”Gugi, gugi!”.
Dopo qualche breve momento di sconforto, il generale smise di piangere, cercava di recuperare quel controllo marziale delle emozioni che aveva perso poco
fà. Estrasse un fazzoletto dalla divisa dei marines ricca di mostrine, che ricordavano una lunga esperienza sui campi di battaglia. Il militare s’asciugò gli occhi ed il volto, poi raccolse il copricapo che aveva lasciato cadere a terra poco
prima, ed anche se era pulito, il generale lo scosse con le mani come per rimuovere della potenziale polvere. S’alzò in piedi, fece un paio di grandi respiri
molto profondi, si concentrò per recuperare il controllo delle emozioni, riguadagnando il suo tradizionale contegno marziale.
L’aliena lo prese per mano e gli disse che lui non era un uomo cattivo,
anche se portava un pesante fardello del comando di cui avrebbe dovuto rendere conto. Nonostante questo, era un uomo d’animo buono, per questo doveva adoprarsi per fermare le cose brutte, che erano accadute nell’Area 53.
Il generale annuì in silenzio guardando la piccola aliena, poi in modo deciso e
marziale, disse –fosse l’ultima cosa che faccio, risolverò il problema! E prometto, che da oggi smetterò di bestemmiare!- Poi rimise il copricapo militare, ed
entrambi si recarono verso la scala mobile aliena, che avrebbe riportato a terra
il militare.