Fantascienza! intervista dalle colone extramondo | Page 90

I tre sauri divennero rossi ed imbarazzati, si guardarono l’un l’altro poi annuirono. Accanto a me il mio amico alieno grigio, mi guardava con i suoi grandi occhioni neri inespressivi, ed avrei giurato che stesse ridendo dei sauri che erano stati presi in castagna, con un sem plice sillogism a logico. Nonostante io stessi dorm endo, ed il livello dell’io cosciente fosse ai m inimi termini, ero riuscito a pensare ed argom entare bene, mettendo in contraddizione logica i sauri sapiens, la cui m assim a preoccupazione sugli umani, era la capacità degli um ani di mentire in modo spudorato e tanto che sauri sapiens non riuscivano a valutarne correttam ente i veri intenti. I tre sauri m i stavano testando, per esam inare la m ia vera opinione e su che elem enti l’avevo elaborata, non avendoli m ai conosciuti prim a d’ora. Mi accompagnarono in u’altra stanza dove c’era il grande vecchio il quale mi fece firmare di mio pugno una sorta di dichiarazione su un tablet, in cui dicevo:”Marck Jackson é buono, fedele, leale amico, ed i sauri anche”. Apposi la m ia firm a e poi egli appose la sua, in rappresentanza della sua cultura. In fondo al tavolo stava un altro sauro, che arm eggiava su un grosso computer con un grande monitor. Mi rivolsi a questo, perché la tecnologia m i affascinava e parlando sulla capacità di tradurre da alienese ad italiano, gli feci notare che era una pratica solam ente inglese apporre il termine “anche” in fondo alla frase. Quindi chiesi al traduttore se per com prendere l’italiano, gli alieni traducessero prima in inglese e poi dall’inglese all’italiano. Il sauro annuì. Gli feci notare che molto di rado gli italiani usavano il suffisso “anche” in fondo alla frase a differenza dell’inglese e che quindi avrebbero dovuto migliorare il loro traduttore alieno/italiano. Per festeggiare, fui invitato a pranzo!. Più tardi m i accompagnarono nella sala comando dell’ufo saurico, c’era poca luce, era m olto grande con una moquette morbida e di color porpora, c’erano tre postazioni a ferro di cavallo con i comandi dell’astronave. All’interno di ciascuna di queste postazioni sedeva un grosso sauro vestito in una tuta scura. Ad 90