Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi Congresso | Page 23
Mauro Alivia
Medicina e mondi spirituali
I livelli inconsci del collettivo
premono sulla realtà del singolo
generando predisposizioni all'insorgere della malattia.
La verità potrà essere conquistata L'uomo viveva a stretto contatto col Deve essere una conoscenza basata su
solo dall'unire alle grandi e meravigliose cognizioni delle scoperte della
Scienza moderna quanto ci è dato
conoscere del mondo spirituale.
Ovunque il mondo ci si presenta, esso
è spirituale e fisico.
Sorge potente nell'uomo contemporaneo l'anelito alla spiritualità.
Perché cerchiamo la spiritualità?
Ci sono due antiche opinioni:
- dall'Oriente "il mondo che vediamo
con i sensi è Maya";
- dall'Occidente "conosci te stesso".
Dalla combinazione di entrambi fluisce nell'umanità moderna l'aspirazione
a una conoscenza spirituale (come
negli antichi Misteri).
Nell’individuo appare la coscienza, più
o meno oscura, che c'è in lui qualcosa
di più di ciò che percepisce con i sensi,
c'è in lui la coscienza di un qualcosa di
diverso dai minerali, dalle piante, dagli
animali; ma questo qualcosa non si
trova in ciò che vede e ode.
Ma è necessario cercare questo qualcosa, questo mondo spirituale nel
modo corretto. Ci sono due tendenze:
una è quella di cercare il mondo spirituale allo stesso modo in cui si vaga
nel mondo dell'illusione, della Maya,
che è in fondo un modo materialistico
di avvicinarsi al mondo spirituale,
quello di avere dei "segni" materiali
dall'Aldilà e che ci porta a una crescita
dell'illusione.
Il secondo è un approccio misticistico,
fideistico, fonte di confusione e che
non porta a nessuna conoscenza spirituale, ma a un aumento dell'ignoranza.
L'attuale conoscenza materialistica è
adeguata all'evoluzione dell'uomo.
Nell'antica civiltà indiana la conoscenza dei sensi era molto più limitata di
quanto non sia attualmente.
mondo spirituale, vedeva le Entità
Spirituali agire in ogni manifestazione
del vivente, dal crescere delle piante, al
loro fiorire, al vento, al fuoco.
Nell'antica India la realtà materiale era
Maya, l'unica realtà era quella spirituale, e la materia non era altro che una
manifestazione dello Spirito.
Il cammino dell'Umanità è stato quello di una lenta evoluzione degli organi
di senso da una parte (che erano molto
diversi dagli attuali) e un progressivo
distacco dal rapporto diretto col
mondo spirituale dall'altra. Dobbiamo
avere uno straordinario rispetto per
Darwin, Copernico, Galileo, Spencer,
per tutti quelli che hanno dato uno
straordinario impulso alla ricerca nel
campo puramente materiale, ma abbiamo coscienza in quest'epoca, in cui la
ricerca esclusivamente fisico-sensibile
mostra i segni inequivocabili del suo
limite, che sempre più forte l'uomo si
fa la domanda: chi sono Io? Quali
sono i miei limiti?
Una scienza basata sulla sola conoscenza fisico-sensibile non risponde
alla domanda che sempre più roboante
si fa spazio nel cuore degli uomini: da
dove arriviamo prima della nascita e
dove andiamo dopo la morte?
Una cultura e una scienza che si basano esclusivamente sulla illusoria realtà
materiale non può dare nessuna risposta a queste domande. Dall'altra le tradizionali risposte delle più diffuse
confessioni religiose, basandosi su una
fede che esclude un processo di conoscenza, sono inadeguate perché l'anelito dell'uomo è per un allargamento
della sua coscienza, per il superamento dell'angusto limite fisico-materiale
in cui è stato confinato.
C'è la necessità dello sviluppo di una
nuova conoscenza, che vada al di là del
puro dato fisico-sensibile, ma in un
modo scientifico.
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una osservazione accurata della realtà,
in tutte le sue manifestazioni.
All'inizio del XX secolo nasce in
Europa, fondata dall’austriaco Rudolf
Steiner 10 , la scienza dello spirito
antroposofica, che inaugura un metodo conoscitivo fondato su una propria
epistemologia. Questo metodo conoscitivo guida la ricerca e lo studio delle
leggi che stanno alla base delle manifestazioni della vita, dell'anima e dello
spirito nella natura e nell'uomo.
Grazie a questa visione è possibile
conoscere l'uomo nella sua interezza
di corpo, anima e spirito, cogliere i
processi che si svolgono nell'uomo
sano e nell'uomo ammalato e la comprensione della corrispondenza esistente tra questi processi umani e
quelli che possiamo riconoscere nella
natura.
La malattia non va vista, in questo
senso, come un qualcosa di separato
dall'uomo, con le sue classificazioni e
catalogazioni, ma come l'espressione
della sua peculiarità e unicità, della sua
evoluzione fisica, psichica e spirituale,
specchio della sua biografia individuale. La malattia va, dunque, vista non
come una disgrazia, a come una possibilità di cambiamento, come espressione di forze interiori che manifestano il
loro disagio, e la necessità di un cambiamento.
Il metodo conoscitivo sviluppato dalla
scienza dello Spirito permette di sviluppare una conoscenza che va al di là
del mondo fisico-sensibile e acquisire
facoltà che permettono di penetrare in
altri mondi, ognuno con le sue proprie
leggi.
È possibile acquisire queste facoltà
compiendo quotidianamente degli
esercizi.