Elizaveta Timofeeva opere Elizaveta Timofeeva 21x21 tutte le pagine con cope | Page 10
L’immagine creativa dell’artista
sorta di equilibrio tra i due. L’artista spesso si
richiama al genere della natura morta, dietro
il guscio esterno di oggetti che trovano la loro
poetica essenza; l’«oggettività» di questo
mondo è però fortemente modificato dalla
percezione e dalle sensazioni dell’artista.
Elizaveta Timofeeva
di Anastasia Bezgubova, critica d’arte (*)
Elizaveta Timofeeva trae i suoi motivi dai
piatti, dal cibo, dagli oggetti a noi più familiari
combinati in nature morte (ricordate come
anche nella pittura olandese del XVII secolo
c’erano questi primi segni dello sviluppo
successivo del genere, nel quale ogni
dettaglio acquisiva un significato metafisico?),
e dagli oggetti di antiquariato, dove l’onda del
pennello dell’autore è estremamente umana.
C’è qualcosa di più impercettibile al mondo di
un’immagine riflessa allo specchio, di un
riflesso sul vetro, del ticchettio di un orologio
o dello scricchiolare del legno? E c'è qualcosa
di più magico e misterioso di un rumore, un
fruscio, della brillantezza del bordo di un
piatto di porcellana, di polvere illuminata dal
sole su una vecchia sedia – eterno eco di
suoni, odori, stoffe, tessuti? Sembrerebbe che
tutto continui a vivere senza di noi, che tutto
abbia una propria vita, ma in effetti le nostre
memorie si compongono di milioni di riflessi,
di profumi, di onde sonore, creando le
immagini del passato e del futuro.
In un quadro flaconi e bottiglie allo specchio
sembrano non adattarsi alla forma della tela,
e sembrano sfidare il mondo degli oggetti
reali.
Ciascuno di noi, volontariamente o
involontariamente, è parte di un mondo di
valori materiali. Anche se siamo consapevoli
della fragilità e della vanità di tutte le cose,
con il passare del tempo incominciamo ad
apprezzare la semplicità e il candore nel cuore
degli uomini e continuiamo a vedere nel
mondo degli oggetti il loro significato
simbolico, il loro collegamento agli eventi e
alle persone. Vi siete accorti di quale magica
esperienza producono in noi le vetrine delle
botteghe antiquarie e gli oggetti esposti nei
mercatini?
Alcuni di noi, logici e razionali, tendono ad
escludere le emozioni, a non considerare tutta
questa fragile poetica della fugacità, cercando
il più possibile di allontanarsi dalle sensazioni
apparenti, che non conducono a risultati
concreti. Altri, attratti dal fascino delle proprie
sensazioni, rischiano di affondare in un
idealismo sospeso – «tutto scorre, tutto
cambia» – e a dimorare in una quiete eterna
già in vita.
Il mondo creativo di Elizaveta Timofeeva è una
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