Documenti congresso PD 2013 Ud7 2013 | Page 2

Partito Democratico Circolo 7 ° di Udine
PREMESSE Le seguenti note sono sorte spontaneamente da qualche informale scambio di opinione tra alcuni amici del circolo 7 PD di Udine in occasione delle recenti elezioni politiche ed amministrative. Esse qui sono provvisoriamente in forma di bozza“ semilavorata” per essere sottoposte innanzitutto all’ intero direttivo per una loro più completa elaborazione. Nascendo sull’ onda dei risultati elettorali, della elezione del Capo dello Stato, della formazione del governo, della formazione delle liste e degli esecutivi, esse prendono spunto da queste vicende anche per ulteriori ragionamenti che danno loro una cornice meno occasionale. Qui non si propongono né sofisticate analisi né proposte di scissioni, ma, preso atto di esser giunti ad un momento nevralgico per la vita del Pd, del centrosinistra, ed anche per la democrazia, intendiamo porre all’ attenzione alcuni punti di indirizzo generale ed operativi al fine di definire una nuova unità ed identità del partito dai vari punti di vista della nostra base; molti di questi punti, per la loro semplicità e normalità, possono essere considerati anche naturalmente ovvi, scontati, addirittura banali, ma sta di fatto che, nella gestione quotidiana ci si“ dimentica”, ed essi non vengono praticati. Anche questo scollamento quotidiano e non solo tra dichiarazioni e reale applicazione,“ teoria” e pratica, peraltro non nuovo, meriterebbe una riflessione a parte. Ma con l’ avvicinarsi del Congresso, questo breve scritto, pure non nato con questa finalità, inevitabilmente non può sottrarsi a fornire a quel momento alto il contributo del nostro Circolo PD 7 ° UD con la messa in moto di un dibattito locale. Inoltre la pur sintetica trattazione di argomentazioni più generali e non solo legate alla nostra esperienza locale di circolo, sta a significare il ruolo attivo che i circoli possono-vogliono-devono avere nella costruzione della intera linea politica del partito ed in primis della sua identità. Con queste pagine cercheremo di coinvolgere nella messa a punto di approfondimenti, quanti più possibili organismi di partito, a cominciare naturalmente dai circoli, e, ovvio, della nostra realtà cittadina, ma, stante le molte problematiche non direttamente legate al nostro territorio, allo stesso tempo anche cercando contributi da circoli territorialmente lontani.
UNO SGUARDO OLTRE LE PUNTE Il presente documento, come si è detto, non ha carattere pretenziosamente risolutorio e non offre per gli argomenti qui sotto elencati, facili ricette. Non è neppure esaustivo quanto a trattazione degli argomenti più importanti. Tuttavia riteniamo, soprattutto in vista del momento congressuale, menzionare alcune tematiche di interesse globale che, come a cascata, influiscono sulla vita di ogni giorno, di nostri simili in ogni parte del mondo, ma anche nostra. Il Congresso non è solo la procedura per l’ elezione del segretario del partito, pur se accompagnata da una mozione( solitamente incentrata su pochi argomenti“ interni”): è, dovrebbe essere, il momento, non ne abbiamo altri, in cui il partito si trova a trattare a 360 ° tutti i temi di interesse nazionale e globale, e in cui è il dibattito a far emergere il mandato ai nuovi dirigenti, non il contrario. Oggi sempre di più rispetto ad alcuni anni fa le nostre riflessioni non possono cominciare e finire sulla punta delle nostre scarpe. Il rimando alle questioni del nostro villaggio globale non costituisce un cappello rituale, ma esso è riferimento necessario per le conseguenze pratiche che producono nel nostro paese e nel mondo intero, nella crisi più acuta del dopoguerra, sotto il profilo materiale e morale. Questo impegno da parte del PD è dovuto a maggior ragione perché il nostro è partito di governo cui non è possibile la semplice protesta né la navigazione a vista nella sfera degli assetti economici, né l’ indifferenza sui valori, né il cerchiobottismo nei confronti delle diseguaglianze sociali. Dobbiamo recuperare. Scontiamo una grandissima impreparazione tecnica e politica sul rapporto rigore / crescita; non cerchiamo nemmeno di approfondire che cosa propongono nuove visioni quali ad esempio la decrescita felice perché la sola parola ci fa ribrezzo; purché si produca, non ci interessa gran che il tipo di beni; non proponiamo autonomamente né stimoliamo il governo a redigere progetti come il Piano di
2