Documenti congresso PD 2013 Bersani 06 2013

FARE IL PD
Il prossimo Congresso dovrà anzitutto rispondere alla domanda se e in che modo il progetto del Partito Democratico possa ancora essere utile all’ Italia. Noi siamo convinti che dalla scelta di fare il PD non si possa tornare indietro e che anzi il compito di fare davvero il PD e di esprimerne tutte le potenzialità sia ancora davanti a noi. Nei sei anni trascorsi dalla sua nascita, il PD si è radicato nel Paese, ha consolidato responsabilità rilevanti nel governo degli enti locali e oggi, anche se a seguito di un esito elettorale e un percorso post-voto diversi da quelli auspicati, esprime con un proprio esponente la guida del governo nazionale. Pur nel pieno di una convulsa trasformazione della struttura politica del Paese e della più grave crisi economica dal dopoguerra, siamo giunti a essere la prima forza politica del Paese e quella con le maggiori responsabilità di governo a livello nazionale e locale. Tuttavia è indubbio che il processo di crescita e assestamento del partito non sia arrivato a un esito compiuto. Il Congresso dovrà riflettere a fondo sul cammino fin qui percorso e sulle rilevanti novità dello scenario post-elettorale. La nostra convinzione è che quanto avvenuto renda ancora più necessario rilanciare un grande soggetto politico di ispirazione popolare e riformista, che investa con ancora maggiore decisione e spirito innovativo sulla sintesi delle sue culture politiche fondative, orgoglioso della sua originalità ma saldamente ancorato alla famiglia dei progressisti europei. Un partito che alle sempre più forti spinte di cambiamento, semplificazione e di partecipazione diretta dei cittadini sappia offrire una risposta alternativa al populismo qualunquista e alla personalizzazione esasperata. Fare il PD per ricostruire la democrazia italiana nel cuore del processo di formazione dell’ Europa federale: questa è l’ altezza della sfida storica a cui collocare la nostra riflessione e la nostra iniziativa con il Congresso. Le note che seguono vogliono essere un primo contributo in questa direzione, sulla base della convinzione che il confronto sui contenuti politici debba essere prioritario rispetto a quello sulle candidature. Il testo, che in quanto prima traccia di discussione è privo di ogni pretesa di esaustività e si propone anzi di stimolare altri contributi anche su temi qui non affrontati, si articola attorno a quattro nuclei tematici: l’ analisi del voto di febbraio in una prospettiva europea, la riforma dello Stato e delle istituzioni, la proposta economica e il radicamento sociale del partito, il rilancio del PD come soggetto politico collettivo fondato sulla partecipazione consapevole e non sulla delega plebiscitaria.
1. Il voto italiano nel contesto europeo: ricongiungere moneta e sovranità democratica.
Non si riesce a individuare neppure lontanamente l’ epicentro del terremoto elettorale italiano del 24-25 febbraio 2013 se non lo si inquadra nel contesto della crisi dell’ euro e dei suoi poderosi effetti politici. Una crisi che in Europa ha potentemente acuito quel processo di svuotamento delle democrazie nazionali verificatosi nell’ intero Occidente lungo il trentennio della globalizzazione neo-liberale e del gigantesco riassetto economico e geopolitico tuttora in corso. L’ esplosione di consensi per il M5S e la rottura dello schema bipolare difficilmente possono essere spiegati in una chiave angustamente domestica, come è finora prevalentemente avvenuto nel dibattito pubblico e anche nella nostra discussione interna. Ciò non significa affatto cancellare il peso delle scelte e anche degli errori politici che sono stati compiuti, e neppure sottovalutare una condizione già esistente di sofferenza dell’ economia e della società italiana. La pesante perdita di competitività del sistema produttivo e la mancanza di dinamismo sociale avevano già precise cause interne: i mancati investimenti in ricerca e tecnologia, il collasso del sistema formativo, le liberalizzazioni frenate, il ritardo nel campo dei diritto individuali, l’ inefficienza burocratica, il più