FARE IL PD
Il prossimo Congresso dovrà anzitutto rispondere alla domanda se e in che modo il progetto del Partito Democratico possa ancora essere utile all ’ Italia . Noi siamo convinti che dalla scelta di fare il PD non si possa tornare indietro e che anzi il compito di fare davvero il PD e di esprimerne tutte le potenzialità sia ancora davanti a noi . Nei sei anni trascorsi dalla sua nascita , il PD si è radicato nel Paese , ha consolidato responsabilità rilevanti nel governo degli enti locali e oggi , anche se a seguito di un esito elettorale e un percorso post-voto diversi da quelli auspicati , esprime con un proprio esponente la guida del governo nazionale . Pur nel pieno di una convulsa trasformazione della struttura politica del Paese e della più grave crisi economica dal dopoguerra , siamo giunti a essere la prima forza politica del Paese e quella con le maggiori responsabilità di governo a livello nazionale e locale . Tuttavia è indubbio che il processo di crescita e assestamento del partito non sia arrivato a un esito compiuto . Il Congresso dovrà riflettere a fondo sul cammino fin qui percorso e sulle rilevanti novità dello scenario post-elettorale . La nostra convinzione è che quanto avvenuto renda ancora più necessario rilanciare un grande soggetto politico di ispirazione popolare e riformista , che investa con ancora maggiore decisione e spirito innovativo sulla sintesi delle sue culture politiche fondative , orgoglioso della sua originalità ma saldamente ancorato alla famiglia dei progressisti europei . Un partito che alle sempre più forti spinte di cambiamento , semplificazione e di partecipazione diretta dei cittadini sappia offrire una risposta alternativa al populismo qualunquista e alla personalizzazione esasperata . Fare il PD per ricostruire la democrazia italiana nel cuore del processo di formazione dell ’ Europa federale : questa è l ’ altezza della sfida storica a cui collocare la nostra riflessione e la nostra iniziativa con il Congresso . Le note che seguono vogliono essere un primo contributo in questa direzione , sulla base della convinzione che il confronto sui contenuti politici debba essere prioritario rispetto a quello sulle candidature . Il testo , che in quanto prima traccia di discussione è privo di ogni pretesa di esaustività e si propone anzi di stimolare altri contributi anche su temi qui non affrontati , si articola attorno a quattro nuclei tematici : l ’ analisi del voto di febbraio in una prospettiva europea , la riforma dello Stato e delle istituzioni , la proposta economica e il radicamento sociale del partito , il rilancio del PD come soggetto politico collettivo fondato sulla partecipazione consapevole e non sulla delega plebiscitaria .
1 . Il voto italiano nel contesto europeo : ricongiungere moneta e sovranità democratica .
Non si riesce a individuare neppure lontanamente l ’ epicentro del terremoto elettorale italiano del 24-25 febbraio 2013 se non lo si inquadra nel contesto della crisi dell ’ euro e dei suoi poderosi effetti politici . Una crisi che in Europa ha potentemente acuito quel processo di svuotamento delle democrazie nazionali verificatosi nell ’ intero Occidente lungo il trentennio della globalizzazione neo-liberale e del gigantesco riassetto economico e geopolitico tuttora in corso . L ’ esplosione di consensi per il M5S e la rottura dello schema bipolare difficilmente possono essere spiegati in una chiave angustamente domestica , come è finora prevalentemente avvenuto nel dibattito pubblico e anche nella nostra discussione interna . Ciò non significa affatto cancellare il peso delle scelte e anche degli errori politici che sono stati compiuti , e neppure sottovalutare una condizione già esistente di sofferenza dell ’ economia e della società italiana . La pesante perdita di competitività del sistema produttivo e la mancanza di dinamismo sociale avevano già precise cause interne : i mancati investimenti in ricerca e tecnologia , il collasso del sistema formativo , le liberalizzazioni frenate , il ritardo nel campo dei diritto individuali , l ’ inefficienza burocratica , il più