1. Sei passi verso il buon governo
Definirò qui il buon governo come un sistema di decisioni pubbliche per il quale le argomentazioni a favore superino quelle contrarie, essendo soddisfatti i requisiti della riflessione pubblica e le condizioni di imparzialità 2. Sia questa o altra la definizione adottata, non vi sono dubbi che l’ Italia da tempo non ha un buon governo.
Ne sono manifestazione e prova: � La profonda crisi socio-economica e prima ancora culturale, che segna il paese da più di venti anni, ben prima della crisi internazionale.
� Il senso di incertezza e“ spavento” che, con brevi interruzioni, accompagna tale crisi sin dal giorno delle drastiche decisioni del luglio 1992, adottate per contrastare forti segni di sfiducia nella sostenibilità del debito pubblico.
� Il susseguirsi ininterrotto, talora frenetico, negli ultimi venticinque anni, con governi assai diversi, di riforme dei mercati( del lavoro, dei capitali e dei servizi) e della Pubblica Amministrazione, in larga misura inefficaci, sia in termini di produttività e inclusione sociale, sia in termini di spirito del paese, stante l’ assenza di una visione condivisa sul fine e sulla natura di queste riforme, la sistematica disattenzione alle soluzioni già di fatto praticate nei territori del paese, la tendenza a mettere assieme mattoni istituzionali copiati da diversi altri modelli nazionali 3.
� Il susseguirsi di comportamenti abusivi del ruolo pubblico, di gravità, diffusione, arroganza e senso di impunità assolutamente non comparabili con le vicende passate del paese o con altri paesi.
� La grande difficoltà del governo di impegno nazionale costituito nel novembre 2011, che pure ha sottratto il paese all’ emergenza finanziaria, a disegnare e attuare provvedimenti che aprissero una prospettiva di sviluppo, soprattutto per la carenza di dialogo con la società, essendo rarefatta l’ intermediazione dei partiti.
Sul piano politico l’ assenza di buon governo si è manifestata nelle elezioni del febbraio 2013 in un paradosso, una deriva e uno strappo. Il paradosso, per cui una
2 Per le basi di questa definizione, cfr. Sen, A.( 2009). 3 Cfr. Barca, F.( 2006),“ Istituzioni e sviluppo: lezioni dal caso italiano”, in Stato e Mercato, n. 76, e Simoni, M.
( 2012), Senza alibi. Perché il capitalismo italiano non cresce più, Marsilio editori.
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