STORIE DI IMPRENDITORI ITALIANI. I BADIALI DI CORDOBA
La squadra della Inmeba
Ivano Badiali è conosciuto nella comunità italo-argentina
come il rappresentante dei marchigiani a Córdoba ed appartieneal gruppo d’immigrati arrivatiin Argentina per creare
prospere imprese.
Nel 1952, quando aveva sei anni, ha lasciato la sua Ancona
insieme a sua madre, il fratello e la sorella. Il padre era già
arrivato un anno prima e aveva dovuto vendere sua amata fisarmonica per pagare loro i biglietti, perché la situazione in
Argentina non era così facile come gli avevano raccontato.
La famiglia Badiali attraversava un momento di difficoltà,
però il giovane Ivano si rendeva conto che doveva studiare per
migliorare la situazione e il suo futuro. In questo modo, oltre a
lavorare in officine metallurgiche e poi alla Fiat, Ivano si iscrive alla facoltà d’ ingegneria presso l’UTN. Poco dopo la laurea, già sposato e con una bambina, decide di lasciare
l’impiego e di fondare la propria officina metallurgica: Inmeba.
L’azienda cresce e arriva a dare lavoro a trenta dipendenti.
La crisi del 2001 fa gravi danni alla ditta. Dei trenta impiegati
se ne possono mantenere soltanto cinque; purtroppo si deve
rinunciare a molti dipendenti molto preziosi per preparare i
quali Badiali aveva investitoimpegno e risorse. "Per fortuna,
dopo la crisi, molti sono tornati a lavorare con me, altri si
sono dedicati ad altre attività" spiega l'ingegnere.
Nel 2003 la situazione comincia a migliorare; le aziende clienti
recuperano almeno in parte il livello di attività ed Inmeba può
essere rilanciata. Oggi Inmeba è diventata un’impresa importante nella produzione di beni capitali: “i clienti ci portano i
progetti e noi facciamo quello che loro chiedono, non abbiamo
prodotti propri, tutto si fa su misura”. La sua produzione include stampi, matrici, linee di saldatura robotizzate per clienti
come la Peugeot, la Toyota e la Ford. Oltre ai prodotti per l’industria automobilistica la Inmeba lavora per l’aeronautica, il
settore spaziale e quello nucleare. Il satellite SAC-D dell’INVAP,
che fa il monitoraggio climatico, ha componenti dell’Inmeba.
L’azienda ha anche fabbricato ottanta elementi del reattore
nucleare che la INVAP ha esportato in Australia.
Tutta la famiglia di Ivano lavora nella ditta, anche i nipoti; “siccome le aziende familiari che sopravvivono alla terza generazione sono pochissime, abbiamo sviluppato un protocollo
famigliare che stabilisce come fare la transiz ione alle nuove generazioni” spiega. Per Badiali, il suo tempo alla Inmeba e già finito: “Io sento che il mio compito e già fatto. Ho cominciato
senza niente e ho costruito una ditta molto rispettata. Adesso ci
sono i ragazzi e io sono qui soltanto per dare consigli. Il mondo
è per quelli che hanno il coraggio di sognare e di correre rischi.
L’unica cosa che posso lasciare a i miei sono radici e ali".
Fonte: Rivista ADIMRA - Lucia Arese
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