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ture , con ovali policromi a tema con figure umane con elementi vegetali e putti monocromi a bassorilievo . Nella stanza a seguire , un parallelo Giudizio di Paride , di artista anonimo . Alle pareti , immagini classiche e interessanti sagome blu contornate da rami di rovere . Quasi certamente altri ambienti sullo stesso piano , nonché altri ai piani superiori , dovevano essere analogamente ornati , ma non solo l ’ apparato decorativo non è giunto fino a noi , ma si è completamente perso qualsiasi riferimento . Le decorazioni rimanenti del primo e del secondo piano sono di epoche successive .
L ’ edificio subirà numerose modifiche . La più rilevante , già prima della fine del Settecento , è l ’ aggiunta , sul fronte posteriore e in tempi diversi , di due ali , differenti nell ’ altezza e nel volume ma simili nell ’ aspetto , la prima a oriente ( molto probabilmente ancora al tempo di Nicolò Francesco Rosmini ), la seconda a occidente . Con l ’ unione , all ’ estremità settentrionale e tramite un alto muro con cancellata , dei due nuovi volumi , si crea in seguito un cortile interno .
« Nonostante i diversi usufruttuari degli ambienti del complesso fino all ’ epoca moderna -racconta Stefania Martini , guida turistica- i Rosmini ne rimasero unici proprietari fino al 1947 , quando una divisione patrimoniale fece sì che le varie parti della proprietà venissero distinte . Una prima separazione interessò l ’ edificio principale dalla zona retrostante delle ali , del cortile e delle pertinenze retrostanti . Successivamente anche il corpo principale venne suddiviso e una parte venduta dai legittimi eredi al Comune di Rovereto , che negli anni Ottanta del Novecento acquistò la rimanente parte dai discendenti di Maria Carmela Rosmini . che aveva sposato l ’ avvocato Balista . Si diffuse pertanto la consuetudine di utilizzare l ’ appellativo “ Palazzo Balista ”, andando a perdere l ’ originario legame con la famiglia che aveva non solo fatto edificare ma vissuto e caratterizzato la storia dell ’ edificio fino ad allora ».
Si arriva così al 2010 , anno in cui la Cassa Rurale di Rovereto acquista l ’ immobile dal Comune : la svolta grazie alla quale Palazzo Rosmini “ al Frassem ”, a 290 anni dalla posa della prima pietra , torna oggi alla vita .
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