cultura
Arco mons. Giuseppe Chini che prende a cuore il progetto, interpellando innanzitutto organisti esperti per chiedere un loro parere sulla scelta della ditta costruttrice. Interessante per la ricca documentazione è la ricerca di finanziamenti operata da mons. Chini che, partendo dal Comune di Arco, arriva fino alla ex regina delle Due Sicilie Sofia, moglie di Francesco II di Borbone, e all’ imperatore Francesco Giuseppe. Viene scelta la ditta Gebrüder Mayer di Feldkirch in Austria che rinnova l’ organo che è inaugurato il giorno di Pasqua del 1898. Nell’ archivio della Parrocchia di Arco è conservato un documento a stampa che illustra nel dettaglio il collaudo del nuovo organo, le sue caratteristiche e il programma dell’ inaugurazione. I giudizi degli esperti e del Capitolo della Collegiata risultano più che lusinghieri al punto di raccomandare ad altre parrocchie del Trentino l’ opera della ditta Mayer. Un’ esecuzione eccezionale del nuovo strumento avviene nel luglio del 1903 quando il maestro Pietro Sfriso dedica all’ arciprete di Arco una breve composizione per organo dal titolo“ Emisit spiritum”, in memoria del papa Leone XIII appena scomparso. Poi però anche quest’ organo inizia a mostrare difetti sempre più pesanti e negli anni Sessanta se ne è abbandonato l’ uso, sostituendolo con uno strumento più moderno. Ma la nostalgia per il maestoso organo e per le sue grandi potenzialità rimaneva e quindi il progetto del suo ripristino non è mai stato accantonato.
Andrea Zeni di Tesero restaura / ricostruisce l’ organo della Collegiata
Le prime fasi di restauro iniziano nel 2017. Si è provveduto al restauro / ricostruzione dell’ organo, recuperando tutte le canne dell’ organo Mayer e aggiungendone altre; ciò ha richiesto anche un intervento di consolidamento del piano della cantoria. Anche la cassa, opera settecentesca dell’ intagliatore Benedetti da Desenzano, è stata restaurata ed ampliata. Ciò ha comportato un attento e scrupoloso“ lavoro di squadra” che comportato l’ attivazione di diverse professionalità. In merito all’ opera dell’ organaro Andrea Zeni di Tesero ecco quanto viene scritto nella relazione di collaudo: « Particolarmente degna di apprezzamento è la capacità dell’ organaro di valorizzare il materiale fonico preesistente rispettandone le caratteristiche e l’ intonazione e, allo stesso tempo l’ armonizzazione equilibrata dei nuovi registri che concorrono a connotare lo strumento nella sua indole tardoromantica di Scuola tedesca con proporzioni foniche che lo rendono unico nel panorama organario della diocesi di Trento ». L’ organo della Collegiata presenta 2774 canne di cui 333 in legno; è prezioso testimone di stratificazioni storiche e di scuola organarie che hanno dato, nei secoli, dignità alla vita culturale e artistica della città di Arco. I vari interventi di valorizzazione di questo strumento sono stati possibili grazie a contributi, tra cui quello della Cassa Rurale Alto Garda- Rovereto, donazioni da parte di enti, di aziende e di singoli cittadini.
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