dialogo dicembre 2019 Dialogo_02-2019 def | Page 3

l’editoriale del presidente il futuro della Cassa Rurale Alto Garda all’interno del nuovo assetto del Credito Cooperativo di Enzo Zampiccoli c ari Soci, il gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca è operativo dal primo gennaio 2019. Dopo un travagliato iter, partito con la ri- forma del 2016, è iniziata una nuova avventura per il credito cooperativo. Dall’anno 2008 l’economia italiana ha vissuto il periodo di crisi più intensa dal dopoguerra che ha pesato enormemente sulla struttura produttiva e sul tessuto sociale del Paese. In questo contesto il settore bancario ha subito dei contrac- colpi importanti. Contraccolpi che non hanno risparmiato il credito cooperativo, notoriamente molto esposto sui terri- tori di competenza in ragione del proprio ruolo di supporto alle economie locali. La vicinanza all’economia e alle comunità locali ha compor- tato in più casi l’assunzione di rischi eccessivi, che hanno mi- nato l’esistenza stessa di alcune B.C.C.. Molte hanno dovuto intraprendere percorsi di aggregazione e richiedere, nelle situazioni più difficili, l’intervento dei Fondi di garanzia del movimento, appositamente costituiti. È stato subito chiaro che qualche correzione al sistema do- veva essere introdotta, in primis un meccanismo che per- mettesse una valutazione preventiva dello stato di salute delle singole banche e adeguate, oltre che rapide, modalità di intervento per limitare i danni sia alle consorelle responsa- bili in solido che, soprattutto, ai risparmiatori. Ecco allora che, vista purtroppo la difficoltà del movimento del credito cooperativo a trovare al proprio interno una so- luzione adeguata, il legislatore è intervenuto con apposita legge n. 49 dell’8 aprile 2016, modificando radicalmente il quadro normativo ed organizzativo del credito cooperativo. Ad essa ne sono seguite altre fino all’ultima, la n.145 del 17 dicembre 2018. L’Organo di Vigilanza ha conseguentemente emanato disposizioni che hanno inciso non poco sulle mo- dalità di gestione e di governance delle B.C.C. La normativa ha stabilito che dovessero nascere uno o più gruppi bancari cooperativi guidati da una società capogrup- po costituita in forma di S.p.a. il cui capitale fosse detenu- to per almeno il 60% dalle banche di credito cooperativo affiliate. Tale società è previsto eserciti attività di direzione, controllo e coordinamento sulle Bcc appartenenti, sulla base di un contratto di coesione e garanzia in solido. Inizialmente, all’interno del credito cooperativo si è lavo- rato all’ipotesi di costituire un gruppo nazionale unico, ma gli eventi hanno portato alla costituzione di più gruppi. La normativa prevedeva la possibilità per le province di Trento e Bolzano di costituire autonomi gruppi composti da ban- che aventi sede ed operanti esclusivamente nella medesima provincia. Con la legge n. 145 di cui sopra, si è successiva- mente previsto per le due Province autonome di costituire in alternativa al gruppo bancario cooperativo un sistema di tutela istituzionale detto IPS, opzione esercitata dalle B.C.C. afferenti alla Federazione Cooperative Raiffeisen. Il quadro attuale del credito cooperativo nazionale è compo- sto da due gruppi cooperativi, Cassa Centrale Banca Credito Cooperativo Italiano ed I.c.c.r.e.a., di fatto in concorrenza tra loro, e dal sistema di tutela istituzionale IPS di Bolzano. Con la sottoscrizione del contratto di adesione, le banche hanno accettato di essere sottoposte a direzione, controllo e coordinamento della capogruppo, che dispone dei poteri, in alcune circostanze, di nominare e revocare gli organi di go- 3