dialogo dicembre 2019 Dialogo_02-2019 def | Page 21

volontariato ti, per lo più patate, cipolle e peperoni. Al momento tutta la produzione che viene fatta è ad uso proprio. L’anno prossimo, tramite la Cooperativa MOST a cui i no- stri agricoltori hanno aderito, la produzione sarà notevol- mente implementata e si cercherà di vendere i prodotti coltivati, in attesa di creare una vera filiera, a km 0. Inu- tile dire che la produzione è totalmente biologica, anche per via dell’oneroso costo dei prodotti chimici. In questa occasione, tramite il parroco don Boris Ljevvak, direttore del centro scolastico di Bihac, ci hanno raccontato come tante altre volte quello che accadde quel 25 luglio del1992 a Stara Rijeka. Lo hanno raccontato a favore di due gior- nalisti che sono venuti con noi e che volevano raccogliere direttamente questa testimonianza. Il giorno successivo abbiamo incontrato gli amici di Brisevo ed abbiamo preso parte alla commemorazione dell’eccidio avvenuto il 25 lu- glio del 1992. Il paese fu totalmente distrutto e persero la vita ben 68 civili. Durante la cerimonia, la messa è stata celebrata dal Vescovo di Banja Luka Franjo Komarica in presenza del Mi- nistro della difesa Bosniaco Marina Pendes. Con noi hanno condiviso questo viaggio i giornalisti Nicole Corritore e Pa- olo Piffer, rispettivamente giornalista dell’ Osservatorio dei Balcani e Caucaso e giornalista per il Trentino e Vita Trentina. Siamo stati onorati dalla partecipazione al viag- gio del nostro assessore comunale Filippo Mura che, in ve- ste ufficiale, è intervenuto alla cerimonia in rappresentanza del Comune di Mori e dell’Italia con un discorso di fratel- lanza, pace e collaborazione trai popoli. La sua presenza è stata accolta con soddisfazione sia dal Vescovo di Banja luka, sia dal Ministro della difesa bosniaco, la quale ha in- formato di questo incontro anche l’ambasciatore italiano a Sarajevo Nicola Minasi. Il Sig. lvo Atlija in qualità di raprpesentante dei profughi di Brisevo ha ringraziato pubblicamente il Gruppo Bosnia di Mori per le attività svolte in questi vent’anni a favore del popolo bosniaco. Nei giorni successivi abbiamo incontrato il Sig. Fikret Bacic di Zecovi. Il 25 luglio del 1992 a Zecovi furono uccisi 150 civili di cui 29 famigliari del Sig. Fikret Bacic, tra questi la moglie ed i figli. Ad oggi non sono stati ancora trovati i responsabili di questa strage e nemmeno i corpi dei trucidati. Questa è stata una testimonianza molto toccante, che ci ha provato molto. AIIa nostra domanda: “Come riesce a raccontare ogni volta e a reggere questa sua storia?” Il signor Bacie, membro del direttivo dell’Istituto per la ricerca delle persone scomparse di Bo- snia Erzegovina, ci ha risposto cosi: “Ogni volta che rac- conto a persone come voi che hanno voglia di sapere, in realtà trasferisco un pezzo di me che voi vi portate via. Così facendo mi alleggerite di una parte del peso che porto den- tro di me. Sul monumento a ricordo di queste vittime c’è scritto: “Non dite, per quelli che hanno perso la vita lungo la strada di Allah, che “sono morti”: No, loro sono vivi, ma voi questo non lo sapete. 25.07.1992”. Questo viaggio che amiamo definire di Solidarietà umana, di Informazione, di reciproco rispetto e stima è un incontro di popoli desiderosi di contaminarsi e raccontarsi perché queste cose non devano ripetersi. 21