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memorie
Maestri e maestre attivi per l ’ anno scolastico 1915 - 1916 nell ’ accampamento di Braunau ( Archivio fotografico Biblioteca Civica di Rovereto ).
Padaro ; la patria è dove si è nati , dove c ’ è la piazza con la chiesa e il cimitero dove riposano i propri cari . Maria Santoni di Ceniga descrive il suo rientro , l ’ emozione di ritrovare alcune conoscenti , che l ’ accolgono e la ristorano . Poi aggiunge : « Casa nostra era occupata dai soldati e in cucina dormivano i cani del generale sui nostri materassi di lana ». Se si considera che in moltissime case la cucina era l ’ unico spazio caldo e accogliente ed i materassi di lana erano un “ lusso ” che non tutte le famiglie potevano concedersi , la realtà che descrive Maria Santoni con i cani che “ dissacrano ” quel nido famigliare , infonde una profonda tristezza ; ma questo era anche la guerra . Nel libro viene riprodotto il “ Ricordo delle baracche ” di Rosa Piccoli , una sorta di poemetto ( assolutamente inedito ) che racconta con ricchezza di dettagli e grande cordialità la vita dentro il “ Barachenlager ” di Braunau . Sono i ricordi di una quindicenne che aveva deciso di trasmettere a chi sarebbe venuto dopo di lei l ’ esperienza che stava vivendo , incancellabile nel suo cuore . Nel volume sono stati pubblicati inoltre avvisi e comunicati emanati dall ’ autorità governativa o da enti di assistenza ai profughi ; danno “ ufficialità ” a quanto descritto e sono specchio fedele dell ’ organizzazione complessiva della vita sociale in quegli anni . Un ruolo importatissimo è assegnato alle fotografie . Molte immagini sono uscite da vecchi album di famiglia e messe cortesemente a disposizione di comitati di paese o di quartiere e degli autori di questo libro . Importante è stato anche il ruolo degli archivi fotografici in cui sono custodite immagini che sono preziosa documentazione storica . Fondamentale è stata inoltre la possibilità di fruire delle tante immagini realizzate da Giuseppe Sannicolò , fotografo di Trento ed anche lui profugo , che aveva il proprio studio dentro l ’ accampamento di Braunau . Ogni fotografia presenta un aspetto significativo , nasconde o manifesta una storia ; sta nel lettore la scelta di percorrere un itinerario di analisi piuttosto che un altro . Va sottolineato , per tutte le persone ritratte , il desiderio di avere un ricordo che doveva fermare , quasi immortalare , l ’ unità di una coppia , di una famiglia o di un gruppo a cui si apparteneva . Ricorrenti sono le immagini di famiglie di profughi con il padre in divisa militare ; si era colta l ’ occasione in cui la famiglia era riunita . Poi la guerra l ’ avrebbe nuovamente divisa e forse mai più ricomposta . Molte fotografie sono realizzate in studio con fondali d ’ altri tempi , altre in angoli più raccolti dell ’ accampamento ; tutte connotate da grande qualità . Si cerchi di immaginare la difficoltà di quelle pose , in cui tutti i volti dovevano essere ben visibili , dove la perfetta messa a fuoco era strettamente legata all ’ immobilità dei protagonisti . Ancora più impegnativa deve esser stata la realizzazione delle foto di gruppo , di bambini soprattutto . Difficilmente si possono osservare , sia nei ritratti famigliari che nei gruppi , dei volti sorridenti ; e questo sorriso che non arriva sulle labbra e negli occhi è lo specchio di un animo sofferente , triste , colmo di nostalgia . Si nota l ’ estremo decoro dei vestiti delle persone , sia adulti che bambini ; è segno di grande dignità pur nella povertà e nel disagio della vita di profughi . Viene indossato il “ vestito della festa ”, ottenuto ,
Braunau 1917 . Foto della famiglia di Donato Zanoni di Varignano .
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