Dance&Culture N°4-5-6/2016 D&C 4-5-6-16 | Page 44

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Ti sei mai chiesta perché due terzi dei coreografi in giro per il mondo sono inglesi ? Di italiani posso citarti solo Monteverdi , Amodio , Bigonzetti … Mentre di inglesi ce ne sono tantissimi Wayne McGregor , Christopher Wheeldon , Liam Scarlett , negli anni 90 ’ cerano anche Ben Stevenson , Christopher Hampson Questo perché qui , a scuola di ballo , si inizia a coreografare a 13 anni , piccole cose ovviamente . Io qui a Londra ho vinto il Concorso Coreografico a 16 anni e sono stato il primo non inglese a vincerlo . Non ti trattano come un pirla . In Italia ti direbbero di tornare alla sbarra , qui ti danno la sala e gli studenti della scuola ; una differenza di approccio sostanziale , uno scandalo . In Italia pare sia impensabile che un ragazzo possa già cimentarsi così giovane . Ho coreografato per la scuola del Royal Ballet per cui ho sperato di poterlo fare per la scuola della Scala o del Teatro dell ’ Opera . Magari alla Scala dal momento che vi avevo studiato , ma da parte di Olivieri chiusura totale .
Come pensi si potrebbe uscire dalla crisi in cui ci troviamo oggi con i nostri Corpi di Ballo ?
Non c ’ è una politica strutturata in Italia per pensare alla cultura e , nel nostro caso , alla danza come un investimento che , se ben amministrato , possa garantire un rientro . Ad esempio , perché pensare di tenere in vita una compagnia nella Regione Veneto quando con una compagnia Russa di secondo livello che arriva con il pullman , e costa un quinto , si hanno una settimana di spettacoli all ’ Arena e si risolve il problema ? Così , via il corpo di ballo , superfluo . E pensare che il balletto costa un terzo rispetto all ’ Opera . Educare ad un approccio culturale sarebbe determinante per la formazione di pubblico . Perché allora non linkare l ’ Università delle Scienze Motorie ? Sarebbe un piccolo passo per far entrare la danza nel tessu-

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Valentino Zucchetti