Cultura Oltre - 2^ numero - Febbraio 2018 rivista-cultura-oltre FEBBRAIO 2018 | Page 21

“ SONETTO ABAB ABAB CDE EDC – DI CONOSCENZA ” DI MARISA COSSU .

“ SONETTO ABAB ABAB CDE EDC – DI CONOSCENZA ” DI MARISA COSSU .

Per la rubrica poetica “ LA TUA POESIA ” presentiamo il Sonetto ABAB ABAB CDE EDC – Di conoscenza – di Marisa Cossu . Quattordici endecasillabi per incoronare un sonetto nello stile più classico ed elegante , capace di racchiudere un mondo in cui “ poter vedere l ’ essenza delle cose e sfiorare il segno dell ’ infinito ”, per citare i sublimi versi di una poetessa dalla mirabile penna : Marisa Cossu . Nel sonetto , a rima alternata nelle prime due quartine e rima invertita nelle terzine conclusive , Marisa dà vita , con rigore stilistico , a sfumature di inestimabile profondità , conferendo al componimento altresì un tono introspettivo e di elevata sensibilità . La sua composizione , che oserei definire “ sonetto moderno ”, si caratterizza poi ulteriormente per il taglio intimistico che , da sapiente cesellatrice di rime qual è , rende evidente soprattutto negli ultimi versi in cui si ravvisa uno smarrimento ideologico ed esistenziale “… ci sentiamo persi , soli e smarriti , dal vuoto sommersi tra i poli opposti di forti emozioni ,…”. In queste pennellate , la poetessa offre contemporaneamente un ’ immagine di sé stessa , dei suoi stati d ’ animo nei vari momenti della sua vita e il sonetto , in questo senso , non è solo usato come mezzo espressivo , ma come ricettacolo di parole che assume la funzione quasi di porto sicuro e inattaccabile cui aggrapparsi in un periodo denso di incertezze . Grazie al prezioso contributo di Marisa Cossu mi è data l ’ occasione di parlare del sonetto e della sua collocazione nel panorama poetico attuale . Viene da chiedersi quale significato possa essere attribuito , nel ventunesimo secolo , a questa forma poetica che vanta natali illustri nella duecentesca corte siciliana per essere traghettato in zona toscana e affermarsi in seguito come una delle colonne portanti della tradizione poetica italiana . Se si riflette con un po ’ di attenzione , si arriva a riconoscere che , in realtà , il sonetto non ha mai smesso di essere utilizzato : alterne vicende e svariati risultati compositivi hanno portato ad una continuità storica mai vista per un genere letterario che si protrae sin dai primi anni del tredicesimo secolo fino ai giorni nostri , riuscendo a trovare la sua essenza simbolica nelle diverse possibilità interpretative . L ’ adozione di versi sciolti , ad opera di una generazione di poeti – nati dopo il 1880 – dà l ’ avvio a modi di concepire la parola tramite il verso libero o “ metrica liberata , contribuendo al momentaneo disinteresse per la tradizione classica ; è come se il sonetto scomparisse dalle produzioni poetiche avanguardistiche per rientrare poi timidamente nel repertorio ungarettiano e montaliano e ricomparendo con brevi incursioni nel primo Caproni .[ 1 ] Si deve poi al Novecento inoltrato una “ riscoperta ” del sonetto con un graduale interesse per la forma poetica classica e , ad esempio di ciò , è opportuno ricordare la pubblicazione del Galateo in Bosco ( 1978 ) di Andrea Zanzotto , canzoniere eclettico che raccoglie al suo interno una corona di quattordici sonetti più due , intitolata Ipersonetto ., Si potrebbe affermare che progressivamente il sonetto sia tornato alla ribalta e che anche il moderno flusso di coscienza dell ’ io venga spesso calato in stampi
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