Cultura Oltre - 1^ numero - Gennaio 2018 rivista-cultura-oltre GENNAIO 2018 | Page 24

"LA CASA ROSSA" MARIA ROSARIA VETRUGNO Inaugura la rubrica "IL TUO RACCONTO" il testo che ha come titolo "La casa rossa" di Maria Rosaria Vetrugno, nata a Lecce nel 1964 e residente a Novoli. Amante degli animali e della natura in genere, apprezza tutto ciò che ha a che fare con la musica, la danza e la recitazione e si diverte talvolta a giocare con le rime. È stata finalista al Primo Concorso Vitulivaria 2011 ed è stata segnalata nelle due edizioni successive. È stata finalista al Primo Premio letterario “Prometheus” organizzato dall’A.C. “Festina Lente”, si è classificata 3^ al Premio Nazionale di poesia 2017 “Filippu e panaru”. Finalista per la sezione narrativa al Premio nazionale “Vitulivaria” 2017, nonché segnalata per la poesia nello stesso concorso. Autrice di una silloge di poesie dal titolo “Momenti” edita nel 2014 da Lupo editore, nel 2017 ha scritto una commedia in vernacolo “Un uomo in mezzo a due dame…”, rappresentata con successo dalla Compagnia Teatrale “Le Sarmente” di Novoli. In questo racconto breve, scritto con il cuore, traspare una tenerezza e una nostalgia per un tempo che non torna se non nei ricordi. Nel ripercorrere le strade consuete, il paesaggio si materializza e si anima, diventando un tutt'uno con la protagonista, che rievoca un passato lontano, ma ancora vicino e presente. [M.R.Teni] Sono le sette del mattino e ha appena smesso di piovere, uno di quei temporaletti estivi, brevi, che per un attimo regalano l’illusione che sia servito a rinfrescare l’aria, dopo giorni e giorni di calura insopportabile. Ed eccomi qui, a percorrere la solita strada, respirando felice l’odore della pioggia, misto a quello del grano da poco falciato. Certo, pensavo, questa via la potrei percorrere anche ad occhi chiusi, tanto la conosco bene, a piedi come in macchina…o in bicicletta, come ora, tanto mi è famigliare…Ne conosco ogni metro, comprese le viuzze secondarie che si immettono in essa. E poi gli alberi, i campi, i casolari…e si che li conosco bene, uno per uno. Ogni cosa che ho intorno qui potrebbe raccontare un pezzo della mia vita, tutto esiste da sempre, eppure, ogni volta, è come lo vedessi per la prima volta. Non mi stanco mai di questo amato paesaggio che mi ha visto crescere, giorno dopo giorno, e ha accolto con discrezione confidenze, risate, corse felici, così come le prime ansie da adolescente, nonché le prime speranze di giovanissima innamorata, tutta la mia trepidazione. E poi i sogni, la mia serenità. Quanto tempo è passato. Guardo il cielo sopra la mia testa. Si, forse solo il cielo non è mai stato lo stesso, continuamente ridisegnato e colorato da nubi sempre diverse, come quelle che ora passano grigie sopra di me e che, probabilmente, fra qualche istante, si sposteranno, lasciando il posto all’azzurro, cambiandogli faccia ma non identità. Il cielo, si, il cielo…Quanta meraviglia in quei tramonti, tra i due alberi d’ulivo, così vicini da toccarsi con le chiome, vicino al ciglio della strada, prima di una grande curva. E la casa rossa, la mia tanto cara e amata casa rossa: il riparo dagli acquazzoni, dai temporali, così come dal sole ma anche…dalle paure e dalle prime sofferenze della vita. Rimane ormai abbandonata, circondata da vegetazione che nessuno più cura da 24