Cultura Oltre - 1^ numero - Gennaio 2018 rivista-cultura-oltre GENNAIO 2018 | Page 17

"MEMORIE DI UN POMERIGGIO D' AUTUNNO" A CURA DI MARIANTONIETTA VALZANO I ricordi fioriscono sul prato dei sentimenti. Sono semi che germogliano nella memoria fertile di emozione e mentre si rammenta si snoda il passato che avvolge l’esistenza e la conduce verso il futuro. Così in un pomeriggio fresco di aria autunnale, può capitare di rammentare passi che conducevano a scuola in un tempo …di altri tempi…quando la dignità si misurava sulla corda ruvida del sacrificio e la speranza si intrecciava alla fatica. Una bimba che va a scuola con suo fratello, in una città divenuta sua, non scelta ma acquisita e amata. Una bimba che aspettava il saluto amorevole e delicato di una madre che si affacciava alla finestra. Una bimba che guarda e ama un padre che combatte la lotta quotidiana per donarle un futuro migliore seppur lontano dalla sua terra. Una bimba … ormai donna che si ritrova a rammentare con il cuore scrivendo con la docile matita dell’amore un frammento di vita….dove tutti possono trovare un frammento di sé. È il commento che scaturisce dopo aver letto questa breve riflessione di Maria Rosaria Teni e che voglio condividere con i lettori di questa rivista. [ Mariantonietta Valzano] "Memorie di un pomeriggio d'autunno" Ricordo che quando ero bambina la scuola cominciava il primo ottobre. L’autunno era arrivato da poco, ma aveva già annunciato le sue sembianze dalle prime foglie secche, calde dell’ultimo sole e variegate nelle sfumature policrome che si presentavano ai nostri occhi quando, sparse sui marciapiedi alberati, noi le calpestavamo impietosamente lungo il tragitto che ogni mattina percorrevamo per giungere nella nostra scuola elementare del piccolo paese alla periferia di Milano, dove mio padre si era trasferito dal Sud.Ogni passo sulle foglie adagiate al suolo produceva un curioso scricchiolio che ci divertiva e, naturalmente, ancora di più ci rendeva felici calpestare quel tappeto ramato e quasi partecipe del nostro gioco. Mentre vengono alla mente queste immagini percepisco un sottile velo di nostalgia che lentamente si insinua tra reminiscenze che prendono forma e si animano… Non voglio ricordare con tristezza un periodo dolce e caro quale è stato quello della mia infanzia trascorsa al Nord. La nebbia si dirada mentre rammento la gioia che provavo quando si partiva la mattina presto per andare a scuola, io e mio fratello, quasi coetanei, e perciò frequentanti la stessa classe! Mia madre, già sveglia sin dalle prime ore dell’alba, intenta a preparare la gavetta per il pranzo di papà che restava al lavoro tutto il giorno, aveva la tenera abitudine di salutarci, affacciandosi dal balcone del 3° piano del nostro condominio tanto, ma tanto grande e popolato. I primi riverberi di sole che diradavano la nebbia e la brina della notte, uno scialle sulle spalle e la mano che, salutando, ci impartiva metaforicamente le ultime raccomandazioni! Mi sembra di vederla ancora adesso, la mia mamma, bella e giovane, premurosa, solerte, che ha attraversato la mia vita, accarezzato le mie ore e che ora ha lasciato il posto alle lacrime! Una donna forte come 17