Corriere del Pane n. 1/2022 | Page 10

Come si diceva, l’Italia non sarà mai un granaio, ma questo non vuol dire che non si possa aumentare la produzione nazionale. C’è un annoso tema legato al prezzo che i molini sono disposti a pagare agli agricoltori, ma la situazione sta cambiando e, secondo Ferrari, è destinata a cambiare ancora, se gli agricoltori punteranno sulla qualità del grano. Se questa sarà alta, i molini saranno disposti a pagare un prezzo più elevato per le produzioni nazionali. Nulla si può fare, invece, per le produzioni internazionali che dipendono spesso, come nel caso del grano ucraino e russo, da situazioni politiche che sfuggono al controllo degli industriali. C’è infatti una minaccia che non è ancora stata ben valutata, ma potrebbe causare ulteriori aumenti su tutte le altre materie prime: la crescita del fabbisogno della Cina. Il mercato cinese è in grado di assorbire gran parte della produzione mondiale delle materie prime e questo, oltre a causare un nuovo verticoso aumento dei prezzi, potrebbe addirittura causare una penuria di grano destinato all’Occidente (vedi il box dedicato alla Cina). Per questo le aziende stanno guardando in casa, chiedendo agli agricoltori di ottimizzare le coltivazioni attraverso la tecnologia. Sempre Ferrari nell’intervista che vedete sopra offre alcuni spunti, come l’utilizzo della tecnologia per fertilizzare i campi in modo più razionale, proficuo e sostenibile.

PRIMO PIANO

SOMMARIO

CHE COSA SI PUò FARE?

Aumento dei prezZI: il caso della farina

*FONTE: Associazione

granaria di Milano

**Le percentuali di aumento

è da considerarsi rispetto alla settimana del 24 agosto