Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola In bocca al lupo | Page 4

Prefazione Un bambino italiano che guarda una media di tre ore di televisione al giorno subisce circa 32.850 pubblicità di alimenti nell’arco di un anno; in sostanza uno spot ogni 5 minuti (uno ogni 10 nel resto d’Europa). E’ il dato più eclatante –ma non certo l’unicodi “In bocca al lupo”, la ricerca sui messaggi pubblicitari di alimenti e bevande trasmessi in Italia e in Europa nella fascia oraria 16.00-19.00 (la cosiddetta fascia protetta). Una ricerca commissionata da Coop all’Università di Roma Tre in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia nell’ambito della campagna di promozione delle buone abitudini nutrizionali e motorie “Alimenta il tuo benessere”. Ulteriore tassello, la ricerca, di una campagna composita che ha coinvolto numerosi enti e istituzioni, l’associazionismo sportivo, il mondo medico, la scuola. Una campagna nata in parallelo sia con la “Piattaforma Europea sull’alimentazione, l’attività fisica e la salute”, un protocollo sottoscritto da Coop attraverso Eurocoop, l’organizzazione europea delle cooperative di consumo, e lanciato nel 2005 da Markos Kyprianou, Commissario per la Salute e la Tutela dei Consumatori dell’Ue, sia con il programma di attuazione di corrette sc elte alimentari varato dal Governo Italiano sotto il titolo “Guadagnare Salute”. Rispetto alla parte già realizzata della campagna “Alimenta il tuo benessere”, “In bocca al lupo” introduce una nuova chiave di lettura e offre nuovi spunti di riflessione. In primo luogo, perché è in assoluto la prima volta che in Italia si procede a uno studio comparato con altri paesi europei per capire il rapporto tra spot alimentari e bambini. Inoltre, perché è indubbio che rispetto alla media europea, le reti televisive italiane (in particolar modo le private monitorate rispetto alla tv pubblica) trasmettano con abbondanza spot che pubblicizzano alimenti ricchi di zuccheri, grassi e sali senza riferimento a un uso moderato, senza segnalazione dei rischi. Il che, forse, avremmo anche potuto aspettarcelo, magari non con la dimensione rilevata. Il paradosso però è che tutto questo avviene nonostante l’Italia sia tra i pochi Stati in Europa che possiedono contemporaneamente regolamenti in materia di pubblicità, organismi per la tutela dei minori, fasce orarie pomeridiane protette, autoregolamentazioni etc etc. L’intera normativa europea relativa agli 11 paesi oggetto della ricerca è peraltro allegata al presente volume. Insomma, le norme esistono ma i nostri bambini subiscono un bombardamento doppio di spot rispetto ai loro coetanei europei. Difficile stabilire una immediata correlazione fra obesità-sovrappeso infantile (che in Italia comunque sta aumentando) e fruizione televisiva di spot “senza controllo”; certo è che questa ricerca pone l’accento sul problema, apre spiragli di discussione. Coop, come al solito, fa la sua parte come deve farla un’associazione di consumatori, oltre che un sistema di imprese leader nel settore della grande distribuzione organizzata. Lancia un sasso (la ricerca), senza togliere la mano, chiamando al confronto sia chi può intervenire sulla materia sia chi può offrire informazioni e consigli in merito. L’augurio è che la ricerca apra la via a iniziative concrete e tempestive, di cui c’è sicuramente bisogno. Aldo Soldi (presidente Coop-Ancc) 4