Confluenze Magazine Nt. 17 Numero 23 2017 | Page 5
CONFLUENZE
DIMARCO
LA PESCA A MOSCA È AMMALATA:
GUARIRÀ?
Negli ultimi 15 anni la pesca a mosca ha subito tali cambiamenti da risultare
stravolta nella propria filosofia che la differenziava e rendeva unica rispetto
a tutte le altre tecniche di pesca.
Il pescatore si avvicinava alla mosca non certo per incrementare le proprie
catture, anzi, spesso le vedeva ridursi drasticamente, ma per ben altre mo-
tivazioni: l’azione di pesca così particolare, l’attrezzatura con in evidenza
la coda di topo, il vero simbolo della pesca a mosca o, come si diceva in
passato, all’inglese o alla “frusta”, la possibilità di rilasciare il pesce senza
arrecare allo stesso gravi danni.
Vi era poi una consapevolezza di entrare a far parte di una “comunità” di
pescatori esclusiva in Italia, all’estero era già molto diffusa da decenni.
Il “moschista” rimaneva pescatore, lo scopo finale delle proprie azioni re-
stava la cattura, ma questa doveva essere il risultato finale di una serie di
azioni e comportamenti etico/sportivi e non l’unica motivazione.
La differenza stava nel “come” si catturava e non nel “quanto”.
Questo approccio alla pesca ha fatto nascere in Italia il concetto attuale di
pesca sportiva, ovvero praticare la pesca come piacere e non unicamente
per catturare (e trattenere) il pescato.
Oggi sembra un concetto banale, ma se andiamo indietro di 30/40 anni era
una concezione della pesca rivoluzionaria e di esclusiva appartenenza al
mondo della mosca.