Confluenze Magazine Nt. 17 Nr. 10 Anno 2 2014 | Page 3
CONFLUENZE
Esperienze di pesca a mosca
Foto di copertina:
La trota,
di Natalino Costa
Piuttosto
Questa è l’ennesima riflessione dopo un viaggio di pesca preparato da tempo, che non ha avuto lo
svolgimento programmato.
A questo punto che cosa vi aspettate che scriva? Che il viaggio è andato storto, che la vacanza è
stata una fregata, che nessuno di noi è tornato contento?
Invece no, l’esperienza è stata nell’insieme positiva, confortante e pregevole, completa, da ripetere
con qualche variante.
Forse ho iniziato a scrivere dalla fine della storia, ma ho preferito esporre prima la mia soddisfazione
poi di parlare dell’esperienza.
Da tempo stavamo preparando un viaggio di pesca, da un paio d’anni volevamo provare un certo
fiume sloveno che per un certo verso e per una ragione o per l’altra era rimasto spesso ai margini dei
nostri desideri. Convinti da utili informazioni e da racconti recenti, questa volta ci siamo decisi.
Cartine, riferimenti, che mosche usare, dove soggiornare, percorsi e dettagli sui luoghi più propizi,
tanto che anche se fosse la prima volta, non saremmo arrivati impreparati. Le notizie di pesca recenti
ci confortavano e chi ci aveva pescato da poco, era tornato per raccontarci di catture di pregio,
continue nell’arco dell’intero giorno di pesca. L’euforia in noi si diffondeva velocemente e la voglia di
raggiungere la Slovenia aumentava man mano che diminuiva il tempo dell’attesa. Perfetto, eravamo
cotti al punto giusto. La preparazione continuava, tanto da accumulare più del necessario, ma lo s
pazio in macchina non sarebbe certo mancato: tre per auto più tanti bagagli, canne, attrezzature e
un’infinità di mosche! Finalmente si parte, siamo un bel gruppo di sei variegato e navigato.
Per centellinare la vacanza, decidiamo che i primi due giorni servano come avvicinamento alla meta
principale. Li trascorreremo su un altro fiume, anch’esso piuttosto buono, un fiume che la maggior
parte di noi ha già pescato con buon successo, anche se il nostro pensiero fisso è rivolto alla
“temolata” a cui agogniamo di partecipare pescando nell’altro fiume. I primi due giorni trascorrono
tra fortune alterne: buone catture, trote, qualche bel temolo e per ultimo, un coup de soir preparato
e desiderato, chiuso maledettamente in fretta da un inaspettato diluvio.
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