Comunion Revista Comunion nº 05 - 2012 | Page 6

Centenario dei

nostri Santi

Fondatore e Riformatore

Nel 2013 abbiamo due ricorrenze molto importanti per la storia dell’Ordine Trinitario: l’ottavo centenario della morte di San Giovanni de Matha e il quarto centenario della morte di San Giovanni Battista della Concezione, rispettivamente fondatore e riformatore del nostro Ordine.

Il Signore ha voluto che siano avvicinate queste ricorrenze come un segno che può servirci per capire i parallelismi di ambedue i santi. Infatti, anche le date della Fondazione e della Riforma dell’Ordine si avvicinarono in un unico centenario trascorso, come molti ricorderanno, tredici anni fa (tra 1998 e 1999). Forse può sembrare un erudito gioco numerico, ma in realtà questo ci porta a una conclusione molto interessante, infatti, i nostri Padri hanno vissuto e lavorato all’opera lo stesso tempo, e hanno svolto anche un’attività alquanto simile, sia nel campo legislativo, sia nelle fondazioni di diverse comunità, sia nelle relazioni con la Chiesa e con le nazioni, dove l’Ordine si espandeva.

In questo senso, il celebrare la loro morte nello stesso anno, dopo aver celebrato Fondazione e Riforma insieme, ci permetterà di rivedere il tempo passato in una prospettiva di rinnovamento. Anche San Giovanni Battista, fece l’esperienza che noi riviviamo ora, proprio quattro secoli dopo quella di San Giovani de Matha, e ha fondato tutto il suo operato nella riflessione della prima intuizione del Fondatore, una visione che noi abbiamo ereditato come un tesoro perché è il nocciolo del nostro essere trinitari, figli, a pari merito, di ambedue i santi. Adesso, proprio quattrocento anni dopo, riviviamo e riproponiamo quel dono dello spirito donatoci per ripensare insieme forse altri quattro secoli di gloria alla Santissima Trinità e di redenzione delle persone in difficoltà.

In vista di questo ingente progetto, l’Ordine Trinitario, in un invito aperto a tutta la Famiglia, ha voluto indire un Anno Giubilare che ci aiuti a incorniciare tutte le iniziative di diversa indole che ogni comunità, fraternità o singolo, possano intraprendere. Esso, come potete leggere nel decreto, comincerà il 17 dicembre 2012, un anno prima dell’ottavo centenario della morte di San Giovanni de Matha, e terminerà il 14 febbraio 2014 un anno dopo il quattrocentesimo anniversario della morte del Riformatore, San Giovanni Battista della Concezione.

L’Anno Giubilare si prospetta come un anno di grazia, con il dono dell’indulgenza che si potrà usufruire in tutte le case della Famiglia il giorno delle principali feste (le festività dei due santi, ma anche logicamente la SS.ma Trinità, il SS.mo Redentore, Santa Agnese Seconda, ecc.) e tutti i giorni nei luoghi dove sono le reliquie o sono morti i santi, in Italia per l’esattezza nella chiesa di San Tommaso in Formis di Roma. Questa concessione ci propone questi luoghi sacri come un santuario, un luogo d’incontro con Dio, ai quali siamo chiamati ad andare con un senso di pellegrinaggio, un concetto molto caro alla Sacra Scrittura, come cammino che si fa con Dio e verso Dio, un cammino d’incontro, nell’avanzare nella fede, nel progredire nella vita spirituale, ma anche un cammino di ritorno, penitenziale, di rincontro con quel primo amore forse dimenticato o trascurato.

Nella propria comunità o fraternità l’indizione dell’Anno Santo si mette nell’obbligo dell’accoglienza; i pellegrini devono essere convocati, ospitati, congedati. Con motivo dell’apertura dell’Anno Giubilare, delle feste, si dovrà fare un appello perché la gente del luogo, o fuori di esso, possa conoscere e usufruire di questa grazia, questo avvenimento è, senza dubbio, anche un’opportunità per far conoscere l’Ordine, l’evento che si celebra e la ricorrenza (facendo pure un percorso con tutte le feste che saranno celebrate durante l’anno). Le condizioni che si richiedono per lucrare dell’indulgenza (sacramento della penitenza, preghiera, ecc.) ci mettono nella necessità che le nostre Chiese e Cappelle siano aperte durante tutto o buona parte del giorno, che ci siano confessori, che si preparino alle preghiere, Eucaristie o catechesi per dare l’opportunità ai pellegrini di arrivare a questo incontro. Per il congedo penso che forse può essere utile del materiale, come una piccola biografia dei nostri Padri, forse la preghiera del Trisagio, immaginette o dépliant, che possa ricordare l’esperienza vissuta. Nella chiesa di San Tommaso poi, non soltanto le feste ma tutti giorni.

Ma dobbiamo essere pellegrini pure noi, fare anche noi questo pellegrinaggio, è difficile guidare o accompagnare gli altri se anche noi non ci mettiamo in cammino. Si possono fare veri e propri pellegrinaggi, per esempio, percorrendo in Roma i luoghi dei nostri Padri, ma è soprattutto un itinerario interiore che dobbiamo fare, di formazione e preghiera dove possiamo riempirci del loro messaggio comune e distinto, per far noi, come loro, una sintesi fedele e comunque propria. In questo ogni comunità e fraternità, con il materiale che in comune può preparare sia l’Ordine, sia le Provincie o i Consigli dell’Ordine Secolare, deve fare il suo proprio progetto secondo le proprie possibilità sia di collaborazione sia di proprio itinerario formativo e spirituale.

singolo, possano intraprendere. Esso, come potete leggere nel decreto, comincerà il 17 dicembre 2012, un anno prima dell’ottavo centenario della morte di San Giovanni de Matha, e terminerà il 14 febbraio 2014 un anno dopo il quattrocentesimo anniversario della morte del Riformatore, San Giovanni Battista della Concezione.

L’Anno Giubilare si prospetta come un anno di grazia, con il dono dell’indulgenza che si potrà usufruire in tutte le case della Famiglia il giorno delle principali feste (le festività dei due santi, ma anche logicamente la SS.ma Trinità, il SS.mo Redentore, Santa Agnese Seconda, ecc.) e tutti i giorni nei luoghi dove sono le reliquie o sono morti i santi, in Italia per l’esattezza nella chiesa di San Tommaso in Formis di Roma. Questa concessione ci propone questi luoghi sacri come un santuario, un luogo d’incontro con Dio, ai quali siamo chiamati ad andare con un senso di pellegrinaggio, un concetto molto caro alla Sacra Scrittura, come cammino che si fa con Dio e verso Dio, un cammino d’incontro, nell’avanzare nella fede, nel progredire nella vita spirituale, ma anche un cammino di ritorno, penitenziale, di rincontro con quel primo amore forse dimenticato o trascurato.

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