Comunion Revista Comunion nº 17 - 2012 | Page 11

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Fray Esteban de San José

Con grande gioia vi comunichiamo che la plenaria dei Cardinali e dei Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, riunitasi il 15 maggio u.s., ha accettato il processo del martirio dei servi di Dio Ermenegildo dell’Assunta, Bonaventura di Santa Caterina, Francesco di San Lorenzo, Placido di Gesù, Antonio di Gesù Maria e il fratello Stefano di San Giuseppe, perché possa essere presentato al Santo Padre, in ordine alla promulgazione del decreto di martirio, con il quale si può procedere alla beatificazione.

La notte del 26 luglio 1936, i Padri della comunità di Alcázar de San Juan (Spagna) diedero testimonianza di Cristo con il loro sangue, assieme ai frati minori della stessa cittadina e a un novizio domenicano capitato da quelle parti. Il fratello Stefano non morì con loro perché fu ricoverato nel Casa di Riposo (adibita a ospedale) perché malato e di là andò al carcere dove fu chiamato a dare la suprema attestazione della sua fede il 12 settembre 1936.

La comunità de Alcazar era dedita, come lo è tutt’oggi, a reggere la scuola che tanto prestigio ha portato all’Ordine da quelle parti, che già allora si vantava di aver istruito la stragrande maggioranza dei bambini del paese. Il P. Placido,

brillante dottore in filosofia e teologia della Università Gregoriana di Roma, ne era direttore, rispettato e ben voluto dai suoi allievi, che nel processo ne parlano con ammirazione. P. Bonaventura era professore dei piccini; dotato di una voce splendida, ne approfittava per insegnargli la tabellina cantando. Era gioviale e aveva piena fiducia nell’affetto degli abitanti della località che aveva educato, nonché dei poveri che aveva fatto assumere nella stazione ferroviaria. La sua carità era così grande che non esigeva dai genitori più di quello che potevano dare; difatti avevano tanti bambini che non pagavano la retta mensile. Il P. Francesco era direttore del gruppo eucaristico (Adoración Nocturna) al quale apparteneva il beato Santos Cejudo che riposa anche lui nella Chiesa del convento, e pure del gruppo dei tarcisi con i quali faceva una grande pastorale dell’infanzia, ottimo cantore e gioviale si faceva aiutare dal P. Bonaventura in queste attività. Il P. Antonio era organista, musico di vocazione, fu il compositore del famoso inno a Gesù Nazareno che tutti i figli di Alcazar (adottivi o no) abbiamo cantato con devozione centinaia di volte. Il fratello Stefano si è distinto per la sua carità, distribuendo ai tanti poveri quello che cucinava per i frati. Il P. Ermenegildo ministro del convento, grande direttore di spiriti e confessore sicuro, era appena arrivato nella casa, conscio del pericolo profetizzò che non era arrivato là per fare il superiore ma per il sacrificio.

Nessuno ha voluto fuggire, nessuno ha voluto staccarsi dai suoi fratelli, e insieme hanno ricevuto la palma della vittoria. Chiediamo al Signore di poterli vedere presto sugli altari.