essenziale e irrinunciabile della nostra congregazione. La testimonianza comunitaria dei nostri Beati Martiri, certamente eroica ed emozionante, ci deve spingere verso una scommessa decisa per una continua conversione verso una vita fraterna più autentica e di maggior qualità, sapendo che questa è una vocazione nella Chiesa. In oltre, l’unione nel martirio dei nostri fratelli con i figli di San Francesco e San Domenico, ci deve far riflettere sulla chiamata verso la “cultura intercongregazionale” che ci ha fatto l’ultimo Capitolo Generale, sapendo che questa comunione tra diversi istituti per dare testimonianza della “comunione trinitaria”, è una missione specialmente preziosa e degna del nostro tempo.
In fine, il martirio di questi sei trinitari – così vicini a noi a livello temporale – ci fa rendere conto che ci troviamo in un tempo che si potrebbe ben definire “Era dei martiri”. La persecuzione religiosa è una realtà e i papi (anche il nostro Santo Padre Francesco), non smettono di richiamare l’attenzione su questo dramma, di speciale attualità. Nessuna persona di buona volontà, nessun cristiano può rimanere insensibile davanti a questo fenomeno, noi trinitari, fondati per dare soccorso a coloro che soffrono a causa della loro fede in Cristo, dobbiamo prendere particolare coscienza sui nostri doveri in questo momento della nostra storia. Il lavoro in favore del libero esercizio della relazione dell’uomo con Dio e della denuncia di ogni intolleranza, deve unirsi all’aiuto a quanti soffrono a causa della fede. Il nostro impegno con il SIT, deve crescere e diventare concreto: questa è un’urgenza che richiede decisione e generosità, con la certezza che ogni sforzo sarà abbondantemente benedetto e ricompensato dalla Santa Trinità.
Cari fratelli e sorelle, la beatificazione di questi sei nostri fratelli è una grande grazia fattaci dalla Santissima Trinità, la sua glorificazione non è solo giusta, ma opportuna. Il suo messaggio d’amore verso Cristo e i fratelli è il trionfo della Grazia di Dio sui nostri limiti, della vita sulla morte, della mitezza sulla malvagità. Questi sei Beati trinitari manifestano la bellezza, così antica e nuova, del Vangelo del Signore Gesù, fatta realtà nella vita delle persone tanto semplici e lontane dallo straordinario come furono loro. I beati Ermenegildo, Buonaventura, Francesco, Placido, Antonio e Stefano, con le loro corone e onori, rendono più santo il nostro Ordine, che in questa circostanza rende omaggio di gratitudine al Santissimo Redentore per averglieli dati e per tutti loro per essere stati perfetti nel compimento della loro professione religiosa.
Chiedo a tutti i fratelli e sorelle dell’Ordine e della Famiglia, di prestare attenzione a questi sei Fratelli, lodando Dio per il loro martirio nella liturgia (secondo le disposizioni della Chiesa), e invocandoli nelle nostre necessità. Chiedo anche, di farli conoscere fuori dalla nostra cerchia, in particolare ai giovani, sapendo che il sangue dei martiri è seme di nuove vocazioni. In fine, prego perchè facciate tutto il possibile per solennizzare la festa della beatificazione, assistendo alla stessa, facendo il proposito di compiere un pellegrinaggio al sepolcro dei martiri ad Alcázar de San Juan, o preparando qualche celebrazione speciale nelle nostre comunità.
La Chiesa gioisce con la gloria dei suoi figli migliori. Il fuoco della carità trasmesso dai nostri Santi Padri, continua a splendere nei nostri fratelli martiri in questo “Anno Giubilare”, VIII centenario della morte di San Giovanni de Matha e il IV centenario della morte di San Giovanni Battista della Concezione. Gioisca il nostro Ordine e tutta la Famiglia Trinitaria, con questi Martiri gloriosi, la cui beatificazione speriamo porti benedizioni e grazie speciali di Dio su tutti noi. Questa è la mia preghiera, questo è il mio auspicio, che vi trasmetto con il mio saluto e il mio desiderio di pace e gioia nella Trinità Santa.
Dato in Roma, nella Curia Generalizia “Casa della Santa Trinità e degli Schiavi”, 25 agosto 2013, memoria di San Luigi.
Fr. Jose Narlaly, osst
Ministro Generale