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La Basilica di San Crisogono ha le sue radici nella casa di Crisogono, soldato che dopo una lunga prigionia in catene, sopportata nella confessione di Cristo, per ordine di Diocleziano fu condotto ad Aquilea dove, decollato e gettato in mare, consumò il martirio. Dopo la pace di Costantino, questa casa è stata trasformata in Chiesa aperta al pubblico; infatti l’intera area della casa romana venne occupata dalla Basilica paleocristiana. Già nel concilio Romano del 499, abbiamo una traccia, in una sottoscrizione, di tre presbiteri dal

San Crisogono, una comunità nel rione trasteverino di Roma

Buccarello (Provincia Italia Sud), e il gruppo di professi semplici composto da cinque vietnamiti e tre italiani, guidato dal maestro P. Vincenzo Randolfi. Come si può apprezzare, ci troviamo

“Titolo di Crisogono”. Papa Gregorio III restaura ed amplia la Basilica e vi fonda un monastero benedettino. Intorno al 1120 il Card. Giovanni da Crema costruisce il campanile romanico e nel 1123 inizia la costruzione della Basilica medievale che, con il restauro affidato dal cardinale

Scipione Borghese all’architetto Giovanni Battista Soria nel 1623, acquista l’aspetto attuale. Con decreto del 1º giugno 1847, Pio IX affidò la Basilica ai trinitari che la officiano con zelo e amore verso i bisognosi che si accingono alla Basilica.

La comunità di San Crisogono ha un carattere formativo, in cui sono presenti sei religiosi presbiteri e uno non ordinato; inoltre, proprio per il suo carattere formativo, vi è un gruppo di postulanti composto da tre vietnamiti e due indonesiani guidati dal maestro P. Angelo

davanti ad una comunità multietnica che risponde al nuovo soffio di espansione dell’Ordine nel mondo.

In questa casa troviamo anche un legame interprovinciale, vi è personale appartenente alle due province italiane, segno di una collaborazione che aiuta a spianare il percorso verso la fusione che è già iniziato.

IL CENTRO D'ASCOLTO

Ogni sabato, la Famiglia Trinitaria si rende presente con un’opera di solidarietà verso i più bisognosi, tramite una mensa dei poveri nel centro d’ascolto. Il centro, che si trova nei locali parrocchiali, è gestito da tutti i gruppi della Famiglia Trinitaria di Roma, con rotazione settimanale. La mensa riesce ad offrire circa 65 pasti e a fornire vestiario e consiglio a chi lo chiede. Sicuramente, quest’opera ha un volto più rivolto all’accoglienza che a sfamare i partecipanti, molti stranieri. Certamente, è un centro che offre la possibilità di stare insieme e condividere, con la immancabile presenza del Prof. Nicola Calvi, le suore trinitarie di Roma, i ragazzi della comunità e P. Giovanni Savina, Vicario Generale.