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P. Thierry Knecht parla sul SIT

Thierry, potresti farci una radiografia dell’organismo SIT che presiedi?

Dopo molti anni di lavoro, di pacificazione e di chiarimento sugli obiettivi del SIT, durante l’Assemblea intertrinitaria di Avila 2011, anche se lo spazio di intervento riservato al SIT è stato ridotto a pochi minuti, ho ritrovato un certo interesse per questo organismo. Molte Madri Generali degli istituti femminili hanno accettato di inviare una delegata al Consiglio Direttivo e apportare così il loro contributo alla riflessione comune.

Personalmente credo che abbiamo ottenuto una certa maturità. Bisogna condurre la nave che inizia a prendere una certa velocità di crociera. Il SIT è presente in tutte le giurisdizioni dell’Ordine, certo si potrebbe fare di più. Sono convinto che i destinatari del SIT hanno una forza d’attrazione per i giovani, la maggior parte di loro, che ho incontrato in diverse occasioni, non hanno esitato a dire che il loro gruppo è nato grazie all’interesse per i diritti umani e

la libertà religiosa. Questo lo riscontriamo sulle pagine web del laicato trinitario dove questo problema è fortemente presente.

Quali sono i progetti nell’immediato?

Abbiamo già due progetti principali in marcia riguardanti i cristiani in India e quello della scuola di Kartum. Quest’ultimo è più conosciuto poichè ne abbiamo già parlato durante varie riunioni dell’Ordine e della Famiglia. Il progetto in India sarà anche principalmente un progetto educativo in favore dei giovani perseguitati, ma potrò fornire maggiori dettagli dopo la mia visita sul posto il prossimo novembre.

A breve, sull’esempio di Comunion, lanceremo una rivista digitale trimestrale del SIT generale. Il primo numero sarà on line il 1º ottobre 2011. Auspichiamo di cuore, che possa servire alla comunione e informazione così come al lancio di certe azioni in favore dei cristiani perseguitati.

Approfittando di un possibile riconoscimento del SIT a seguito di istanze internazionali, come al Parlamento o al Consiglio Europeo, come ONG, ma soprattutto come organismo partecipativo, auspichiamo di poter giocare un ruolo di una specie di lobbying a sostegno delle istanze in favore dei cristiani senza voce.

Questa idea sembra interessare anche i fratelli dell’Ordine di Nostra Signora della Mercede, cercherò di preparare con il delegato mercedario (P. Damase), un progetto comune in questo senso.

Foto: P. Thierry nella Curia Generalizia dei Trinitari

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