Approfondimenti
e Africa) mentre, nei Paesi
sviluppati, in particolare Europa,
è sempre più anziana.
Le città rappresentano la
grossa fetta del problema; a
causa del fenomeno dell’urbanizzazione
accolgono
il 55% della popolazione
mondiale, popolazione che
nel 2050 sfiorerà il 70%. Tuttavia,
proprio le città potrebbero
rappresentare la soluzione,
perché sono centri
di creazione di ricchezza e
innovazione e luoghi reattivi
di governance.
Le misure prese dai governi
per ridurre la trasmissione
del coronavirus hanno
avuto impatti drammatici
sulle città. A Barcellona, evidenzia
Nieuwenhuijsen, c’è
stata una riduzione del 40%
della attività fisica svolta
dai cittadini, un incremento
del 20% delle violenze
domestiche, una riduzione
del traffico tra il 70 e l’80%
e dell’inquinamento dell’aria
(NO2) tra il 70 e il 90%,
minori rumori per 9 decibel
e minor fruizione degli
spazi verdi del 90% (spazi
fondamentali per salute
mentale e fisica). Ma, nella
crisi ci sono anche i prerequisiti
per il cambiamento
secondo l’esperta di economia
comportamentale Lucia
Reisch, docente presso Copenhagen
Business School;
è proprio la crisi, insieme
alla conoscenza (di quale
cambiamento adottare), la
tecnologia, la collaborazione,
l’esistenza di una vision
e di una leadership a indurre
il cambiamento.
Una cosa è certa - c’informa
Nieuwenhuijsen - c’è
una stretta relazione tra
come una città è progettata
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CITY LIFE MAGAZINE N° 49