City Life Magazine 48 | Page 5

Introduzione I modelli imperanti non sono affatto preoccupati dei reali bisogni della gente quanto piuttosto di suscitare nella gente bisogni irre- ali ma funzionali alle esigenze economiche finanziarie di coloro che maneggiano il mercato sia perché produttori di qualcosa, sia perché produttori di idee, sia perché produttori di sogni, i peg- giori forse. Se parliamo di bisogni dobbiamo intenderci: di che bisogni parliamo? Alla base della piramide di Maslow stanno i bisogni fisiologici, classificati come primari: mangiare (salubrità del cibo), bere (salubrità dell’acqua), respirare (salubrità dell’aria), dormire (salubrità delle nostre case). Ebbene, quei modelli socio- logici, culturali ed economico-finanziari non sono in grado di ri- spondere nemmeno ai bisogni primari dell’uomo: cibo sano, aria pura, acqua non inquinata, case sicure (l’inquinamento indoor è 5 volte maggiore di quello esterno). Abbiamo invertito l’ordine naturale delle cose: una volta la produzione mondiale tendeva a soddisfare i bisogni delle persone, oggi le persone devono soddisfare i bisogni della produzione mondiale. E siccome 8 mi- liardi di persone non bastano, si sono inventati l’obsolescenza programmata. È chiaro che questi modelli sono completamente sbagliati! Bisogna che ci decidiamo ad abbandonarli per adotta- re modelli compatibili con le esigenze di una società composta da 8 miliardi di persone e non dai poteri finanziari economici e produttivi. Dobbiamo rimettere tutto in equilibrio al più presto se non vogliamo andare incontro a cose davvero spiacevoli. Nel nostro piccolo, l’esempio della Sanità lombarda può esser preso come esplicativo, fino a diventare metafora, di modelli concentrati unicamente su logiche finanziarie a tutela di pochi e a discapito di molti. Si, indiscutibilmente, ma i tagli alla sanità non denunciano solo logiche prettamente finanziarie, bensì denunciano l’eccessiva sicurezza di un sistema basato sulla presunzione di aver acqui- sito il controllo tecnologico, informatico e protocollare dell’inte- ra realtà. Noi abbiamo impoverito le risorse della nostra sanità oltre l’ammissibile non solo per problemi di bilancio ma anche per eccesso di presunzione e sicurezza in noi stessi e ora ne scontiamo gli errori; ma la Svezia non aveva problemi econo- mici e non ha operato tagli alla sanità, che anzi passa per es- sere, pur coi suoi difetti, una delle migliori al mondo eppure, stando ad una notizia del Messaggero di oggi, domenica 19 aprile, in questo momento il tasso di mortalità svedese è di 101 decessi per milione, che risulterebbe il doppio di quello dane- se e il triplo di quello finlandese. Allo stato attuale delle cose il loro tasso di mortalità è poco meno di un terzo rispetto al N° 48 CITY LIFE MAGAZINE 5