Introduzione
I modelli imperanti non sono affatto preoccupati dei reali bisogni
della gente quanto piuttosto di suscitare nella gente bisogni irre-
ali ma funzionali alle esigenze economiche finanziarie di coloro
che maneggiano il mercato sia perché produttori di qualcosa, sia
perché produttori di idee, sia perché produttori di sogni, i peg-
giori forse. Se parliamo di bisogni dobbiamo intenderci: di che
bisogni parliamo? Alla base della piramide di Maslow stanno i
bisogni fisiologici, classificati come primari: mangiare (salubrità
del cibo), bere (salubrità dell’acqua), respirare (salubrità dell’aria),
dormire (salubrità delle nostre case). Ebbene, quei modelli socio-
logici, culturali ed economico-finanziari non sono in grado di ri-
spondere nemmeno ai bisogni primari dell’uomo: cibo sano, aria
pura, acqua non inquinata, case sicure (l’inquinamento indoor è
5 volte maggiore di quello esterno). Abbiamo invertito l’ordine
naturale delle cose: una volta la produzione mondiale tendeva
a soddisfare i bisogni delle persone, oggi le persone devono
soddisfare i bisogni della produzione mondiale. E siccome 8 mi-
liardi di persone non bastano, si sono inventati l’obsolescenza
programmata. È chiaro che questi modelli sono completamente
sbagliati! Bisogna che ci decidiamo ad abbandonarli per adotta-
re modelli compatibili con le esigenze di una società composta
da 8 miliardi di persone e non dai poteri finanziari economici e
produttivi. Dobbiamo rimettere tutto in equilibrio al più presto se
non vogliamo andare incontro a cose davvero spiacevoli.
Nel nostro piccolo, l’esempio della Sanità lombarda può
esser preso come esplicativo, fino a diventare metafora,
di modelli concentrati unicamente su logiche finanziarie a
tutela di pochi e a discapito di molti.
Si, indiscutibilmente, ma i tagli alla sanità non denunciano solo
logiche prettamente finanziarie, bensì denunciano l’eccessiva
sicurezza di un sistema basato sulla presunzione di aver acqui-
sito il controllo tecnologico, informatico e protocollare dell’inte-
ra realtà. Noi abbiamo impoverito le risorse della nostra sanità
oltre l’ammissibile non solo per problemi di bilancio ma anche
per eccesso di presunzione e sicurezza in noi stessi e ora ne
scontiamo gli errori; ma la Svezia non aveva problemi econo-
mici e non ha operato tagli alla sanità, che anzi passa per es-
sere, pur coi suoi difetti, una delle migliori al mondo eppure,
stando ad una notizia del Messaggero di oggi, domenica 19
aprile, in questo momento il tasso di mortalità svedese è di 101
decessi per milione, che risulterebbe il doppio di quello dane-
se e il triplo di quello finlandese. Allo stato attuale delle cose
il loro tasso di mortalità è poco meno di un terzo rispetto al
N° 48
CITY LIFE MAGAZINE
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