SMART CITY E SMART LAND
facilmente dell’investimento sostenuto. “L’i-
niziativa – ha osservato Reggi – ha riscosso
grande successo e si calcola che nei prossi-
mi anni altri enti decideranno di prendere in
affido questi immobili con lo scopo di resti-
tuirli ad una funzione pubblica”.
L’intervento di Giulio Senes, Presidente
dell’Associazione europea delle Greenways,
si è soffermato infine sul raffronto della si-
tuazione italiana rispetto a quelle dei più
importanti stati europei: ne è emerso che il
nostro Paese, come in numerosi altri campi,
è piuttosto indietro nella strada verso il recu-
pero dei beni, ferroviari e non, rispetto agli
altri paesi dell’Unione europea. Basti pensa-
re al raffronto con la Spagna, un paese che,
almeno dal punto di vista normativo e mor-
fologico, è abbastanza simile al nostro, nel
quale su 7000 chilometri di ferrovie in disu-
so ne sono stati restituiti alla comunità 3000
mentre in Italia ne sono stati recuperati solo
800 di chilometri a fronte di un totale simile a
quello spagnolo.
Dei 7000 chilometri di strade ferrate abban-
donate, circa 1500 sono ancora nella dispo-
nibilità di RFI, altri 1500 sono sotto la tutela
degli enti locali, mentre la parte restante è ir-
recuperabile o, nella maggior parte dei casi,
non più esistente.
Senes si è soffermato sulla necessità di una
legiferazione da parte dello Stato al fine di
tutelare questi patrimoni, affinché sia mante-
nuta la proprietà pubblica, sulla scia di quan-
to fatto da altri paesi. Il coinvolgimento delle
comunità e degli enti locali rimane un punto
chiave per consentire il recupero e la fruizio-
ne di questi spazi che, una volta valorizzati,
rappresenterebbero un patrimonio sociale
ed economico di grandissimo spessore.
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