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CITY LIFE MAGAZINE N.34
lificazione sociale e ambientale in quanto
costituiscono storicamente un polo di at-
trazione e un punto di concentrazione sul
territorio di molte forme di disagio. Questo
rischio è ancor più pressante laddove le sta-
zioni, per l’evoluzione tecnologica, non han-
no più richiesto la presenza fisica del perso-
nale ferroviario, perché gestite centralmente
tramite sale operative distanti anche centi-
naia di chilometri. Attualmente sono circa
1900 le stazioni della rete ferroviaria italiana
dove il personale non è più presente. Anche
le biglietterie sono state sostituite da diverse
modalità automatizzate di acquisto dei titoli
di viaggio. Ciò pone nuovi problemi di sal-
vaguardia di questo patrimonio che può e
deve essere affrontata tutelando le esigenze
del territorio.
Pertanto è fondamentale che alla ridefinizio-
ne del significato e del ruolo della stazione
nel contesto civile e urbano si accompagni
un nuovo patto di condivisione delle respon-
sabilità di gestione in primo luogo tra Fer-
rovie dello Stato Italiane, enti locali e terzo
settore.
Lo stato dell’arte
Ad oggi, delle 1900 stazioni impresenziate
disponibili, circa 400, d’intesa con gli enti lo-
cali e l’associazionismo, sono state dedicate
ad attività che prevedono la valorizzazione
del territorio o l’attivazione di servizi a favore
della cittadinanza. I progetti che si realizzano
all’interno di questi edifici sono selezionati
in relazione al grado di beneficio apportato
all’intera collettività, facilitando così la co-
struzione di nuove relazioni tra la stazione e
un più ampio contesto sociale.
Per il Gruppo FS e la collettività questa ri-
conversione d’uso ha reciproci vantaggi: se,