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Allo stato attuale, le 14 Città metropolitane
italiane raggruppano il 36,4% della popo-
lazione nazionale, pari a 22,1 milioni di
persone, e rappresentano il principale
asset economico dove viene prodotto oltre
il 40% del Valore Aggiunto nazionale (circa
600 miliardi di Euro nel 2014) grazie a 1,8
milioni di aziende che occupano 7,9 milioni
di persone (circa il 35% del totale degli
occupati).
Le linee guida attorno alle quali si attiene
la Carta riguardano tematiche ambientali
molto attuali, quali la tran sizione energetica,
la mobilità sostenibile, fino ad arrivare ai
rifiuti, alla qualità dell’aria e delle acque.
Il protocollo, in linea con gli obiettivi fissati
dall’Agenda Onu 2030, è volto a fissare
gli obiettivi da raggiungere entro i prossimi
anni e rappresenta il primo passo concreto
compiuto dalle città metropolitane dal
punto di vista della sostenibilità ambientale.
Bologna si pone come capofila di questo
patto delle Città, avendo già da anni
avviato un percorso che la vede impegnata
sotto il profilo della sostenibilità sia nella
tutela del territorio, che nel coinvolgimento
attivo di cittadini e imprese nel segno di
una ‘città resiliente’, capace di adattarsi
positivamente al cambiamento ed esserne
promotrice. Ai primi posti nelle classifiche
internazionali sul fronte della governance,
il capoluogo emiliano si distingue tra le
città metropolitane per essere modello per
l’ecosistema urbano e il basso consumo
di suolo, gode di un’alta densità di verde
urbano, presenta un ridotto livello di
consumi idrici ed è tra le più attive nella
riduzione dell’impatto ambientale dei mezzi
di trasporto.
Andando ad analizzare i temi su cui è
incentrata la Carta, si possono individuare
8 punti principali.
Il primo, su cui si sviluppano di conse-
guenza anche gli altri 7, quello dell’e-
conomia circolare: esso può consentire
infatti alle Città metropolitane di slegare lo
sviluppo dal consumo delle risorse naturali
esauribili ed evitare la distruzione di valore