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Le colonne verdi mostrano l’incentivo erogato nei diversi Paesi se il mezzo acquistato è totalmente elettrico (BEV,
verde più scuro) o se è ibrido (PHEV, verde più chiaro). I punti rossi sono le auto elettriche immatricolate nel 2016.
Fonte: Energy&Strategy Group - Politecnico
di Milano
Fonte Energy&Strategy
Group - Politecnico di Milano
Le colonne verdi mostrano l'incentivo erogato nei diversi Paesi se il mezzo acquistato è totalmente elettrico (BEV,
verde più scuro) o se è ibrido (PHEV, verde più chiaro). I punti rossi sono le auto elettriche immatricolate nel 2016.
a triplicarsi, fino a raggiungere i 54 modelli,
sempre full electric.
Una delle ragioni che può spiegare il diverso
andamento delle vendite delle auto elettriche
è certamente la presenza di meccanismi di
incentivazione. È stata condotta un’analisi
comparativa tra dieci Paesi (Italia, Cina, Giap-
pone, Usa, Francia, Germania, Norvegia,
Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito) misurando
sia gli incentivi diretti all’acquisto, cioè una
riduzione del prezzo del veicolo, sia quelli
diretti all’uso e alla circolazione, che preve-
dono per l’utente dei bonus durante tutto il
ciclo di vita del veicolo.
In Norvegia, non a caso uno dei Paesi con
il maggior numero di immatricolazioni, sono
disponibili incentivi estremamente generosi,
pari a circa 20mila euro per i full electric e
13mila per gli ibridi plug-in. Anche i Paesi
Bassi incentivano l’acquisto, soprattutto
degli ibridi plug-in (9.500 euro), e ciò spiega
almeno in parte il boom di questi veicoli.
L’Italia si conferma inesorabilmente indietro,
facendo segnare i controvalori più bassi: circa
tremila euro per un full electric e duemila per
gli ibridi plug-in. Cina e Stati Uniti prevedono
incentivi simili, rispettivamente di 8.500 e
9mila euro per i full electric e di cinquemila e
5.500 per gli ibridi plug-in.
L’INFRASTRUTTURA DI RICARICA
Sono 1 milione e 450 mila i punti di rica-
rica censiti nel mondo a fine 2016, in forte
crescita (+81%) rispetto agli oltre 800mila
punti del 2015 e 73 volte di più rispetto ai soli
20mila del 2010. La crescita è stata tuttavia a
due velocità: le colonnine pubbliche rappre-
sentano oggi circa il 13% del totale (190mila
unità), + 72% rispetto alle 110mila del 2015;
quelle private hanno invece indubbiamente
trainato il settore, con una crescita di oltre
600mila punti di ricarica nel corso del 2016.
Se si guarda alla distribuzione geografica,
si nota che nel segmento delle colonnine
private sono gli Usa a guidare la classifica,
con oltre il 32% del totale delle installazioni
a fine 2016, seguiti da Cina e Giappone. In
quelle pubbliche invece la Cina è leader indi-
scussa (31%), seguita da Usa e Giappone.
In Europa sono stati installati complessiva-
mente 70mila punti di ricarica pubblici (37%)
e ci rca 400mila privati (30%). Se si mette
in relazione il numero di punti di ricarica e
il numero di veicoli circolanti nello stesso
periodo si ottiene un rapporto medio pari a
circa 0,86 veicoli per singola colonnina. In un
mercato maturo tale rapporto si dovrebbe
attestare attorno a un veicolo per punto di
ricarica. A tale valore si avvicinano non a