City Life Magazine 21 | Page 14

14 CITY LIFE MAGAZINE N.21 un terzo dei quali destinati allo sviluppo di nuove forme di agricoltura urbana. Al lancio della campagna promossa dal sindaco della capitale francese Anne Hidalgo, che vedrà architetti e paesaggisti di tutto il mondo impegnati ad avanzare proposte in un concorso internazionale, era presente anche l’architetto milanese Stefano Boeri, progettista del “Bosco verticale”. E in Italia, a che punto siamo? In Italia siamo in ritardo rispetto a quanto succede in Europa e Oltreoceano. E i motivi sono da ricercarsi in più direzioni. “Siamo in ritardo nell’affermazione di questa tecnologia - sostiene Maurizio Crasso, direttore di Harpo Seic di Trieste - nonostante siano in molti a riconoscere l’importanza del verde nelle aree urbane: come contenimento delle isole di calore, per attenuare l’effetto di piogge sempre più intense, per intercettare l’inquinamento atmosferico, per il risparmio energetico. Ciononostante, non si registrano novità dal punto di vista normativo e regolamentare. Forse, dipende dalla scarsa capacità degli operatori del settore di operare come lobby o forse dipende dalla ancora scarsa cultura tecnica dei professionisti: tranne lodevoli eccezioni, rappresentate dai grandi studi di architettura e ingegneria, nel diffuso del mondo della progettazione la tecnologia del tetto verde pensile è ancora poco conosciuta”. Insomma, in Italia abbiamo bisogno di tempo e forse serve ancora sperimentare. Così come è avvenuto qualche anno fa a Torino, grazie all’idea di due donne architetto, Elena Carmagnani e Emanuela Saporito, e del loro studio di architettura, lo Studio999, che circa sei anni orsono hanno iniziato a costruire un orto sul tetto piano del fabbricato che ospitava la loro attività. Negli anni, l’idea, denominata Our secret garden, è cresciuta e si è trasformata in una Our secret garden, Torino. Il giardino pensile realizzato dallo Studio999 di Torino sulla copertura dello studio