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CITY LIFE MAGAZINE N.21
La tecnica costruttiva dei green roofs
è impiegata in paesi come la Svizzera
e la Gran Bretagna dai primi anni ’80:
inizialmente il loro impiego era motivato
dalle esigenze di risparmiare energia e di
conservare la biodiversità, oggi invece la
loro funzione positiva viene estesa anche
alle azioni di adattamento ai cambiamenti
climatici.
Tetti verdi anche a Sheffield in Gran
Bretagna, città che dal 2005, grazie
all’impegno delle autorità e dell’università
locali e del Green Roof Centre, è riuscita
a far realizzare in pochi anni circa 25 mila
mq. di superfici verdi, la maggior parte di
esse di proprietà di enti pubblici. Coperture
naturali anche a Londra che, vent’anni
dopo il varo dell’idea di accrescere la
biodiversità e la conservazione della
natura, oggi può contare su 500 mila
metri quadrati di tetti verdi pensili.
Articolata l’iniziativa avviata dalla città di
Stoccarda, che dal 1986 finanzia iniziative
di realizzazione di coperture verdi e di
piantumazione e adozione degli alberi da
parte degli abitanti. Un’altra esperienza
interessante ha interessato il quartiere di
Augustenborg a Malmö in Svezia, che è
stato riqualificato con l’obiettivo di ridurre
le possibili inondazioni e accrescere la
biodiversità urbana. Oggi, il 90 per cento
delle acque di pioggia viene convogliato e
recuperato, sono aumentati gli spazi verdi,
ridotto l’impatto ambientale in termini di
emissioni di CO2, i tetti verdi intercettano
il 50 per cento del runoff e contribuiscono
a ridurre l’impatto delle ondate di calore.
Anche Madrid, con il recente progetto
Madrid+Natural, punta a trasformarsi in
città verde. Lo fa con la collaborazione e
le idee dello studio internazionale Arup,
che ha messo a punto delle linee guida