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CITY LIFE MAGAZINE N.9
(ivi incluso l’eventuale risarcimento del
danno). Ora, benché ciò che si conosce
di questo caso non consenta di affermare
se si tratti di vizio occulto o meno, è
plausibile ritenere che il lamentato vizio
del kit rientrasse tra quelli individuabili
dall’acquirente attraverso la conferma
metrologica imposta dalla buona pratica
e dalla normativa citata. In questo caso
risulterebbero precluse o, quanto meno,
limitate le pretese risarcitorie delle aziende
ospedaliere coinvolte nella vicenda, attesa
la loro responsabilità per il mancato rispetto
del termine decadenziale per la denuncia
dei vizi del prodotto acquistato. In parole
povere, le aziende ospedaliere esposte a
possibili richieste di risarcimento dei danni
patiti dai pazienti, rischiano di non potersi
rivalere interamente sul fornitore come
parrebbe legittimo e logico.
Come si vede da questo esempio
tratto dalla cronaca recente, la carente
formazione metrologica, così diffusa
presso gli operatori da poter essere
considerata una non-cultura in materia,
ha costi sempre meno sostenibili.
Certamente tali da giustificare redditizia
una maggiore attenzione a problemi
metrologici di carattere generale – e la
conferma metrologica è uno di questi.
In Francia hanno capito da tempo
l’importanza, economica e sociale, di
misure ben eseguite, tanto da avere
attivato indirizzi specifici in metrologia nei
loro Lycées Technologiques. A noi non
resta che sperare di non arrivare troppo
tardi, possibilmente prima che i costi della
non-cultura metrologica diventino non più
sostenibili da un’economia che non può
certo considerarsi florida.