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CITY LIFE MAGAZINE N.9
Un esempio lampante è finito recentemente
su molti giornali come l’ennesimo caso di
malasanità, mentre è solo uno dei tanti danni
attribuibili alla non-cultura metrologica così
diffusa in Italia.
Il caso riguarda circa 8000 analisi del sangue,
svolte su circa 3000 pazienti da strutture
sanitarie lombarde, volte a misurare i livelli di
paratormone (PHT) che regola i livelli di calcio
nel sangue.
Tutte queste analisi sono risultate
sovrastimate fino al 45% del valore reale
a causa di un kit difettoso, distribuito
dall’azienda americana Abbot, la quale si è
essa stessa accorta del difetto e ha avvisato le
strutture a cui aveva distribuito il kit. La cosa
che lascia perplessi, e che fa pensare a una
totale assenza di preparazione metrologica
anche in chi esegue decine, se non centinaia
di misure tutti i giorni, è proprio il fatto che sia
stata la Abbot ad accorgersi del problema e
non i laboratori che quel kit hanno utilizzato.
Molto probabilmente (i giornali che hanno
riportato il caso non sono stati chiari sul
punto, né la cosa sorprende, vista la noncultura metrologica) il difetto era da attribuirsi
a un qualche materiale di riferimento non
correttamente tarato.
La buona pratica delle misure prevede che, in
tutti i casi in cui uno strumento subisce una
qualche modifica, vuoi perché sottoposto
a taratura periodica, vuoi perché, come
in questo caso, si reintegra il materiale di
riferimento, venga eseguita la cosiddetta
“conferma metrologica”, che consiste,
essenzialmente, nel verificare che le misure di
una stes ̈́