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CITY LIFE MAGAZINE
In effetti, la finalità che il Comitato persegue
è particolarmente ardua se si considera,
da una parte, la complessità e fragilità
del territorio italiano; dall’altra la vetustà
del parco immobiliare, non tanto o solo in
relazione al patrimonio artistico, peraltro
da tutelare, quanto avendo riguardo alle
unità abitative, il cui 60% è stato costruito
prima del 1974, cioè prima che venisse
disposta una norma antisismica. In un
simile contesto, appare imprescindibile
un’alta partecipazione dei comuni per
contribuire ad una visione d’insieme che
raccolga le particolarità dei singoli territori
all’interno di una sintesi finale nazionale.
Tuttavia, malgrado le difficoltà di una
simile sfida, imposta dalle necessità
dell’emergenza, può anche rivelarsi
un’occasione formidabile per reinventare le
nostre antiche città d’arte, attualizzandole
alla Globalizzazione contemporanea.
I filoni d’intervento da dover perseguire
sono tre: lotta all’abusivismo edilizio, messa
in sicurezza e efficientamento tecnicoenergetico del patrimonio immobiliare
italiano. La cementificazione indiscriminata
costituisce, ormai da decenni, una vera
piaga nazionale, che dilania il territorio della
Repubblica sottraendo spazi verdi (agricoli
e forestali) e offende la lirica paesaggistica
nazionale che tanta parte ha avuto nell’arte
ieri e nel turismo oggi, pregiudicandone la
sicurezza idrogeologica di per sé già molto
pregiudicata.
La seconda linea d’intervento, se possibile,
è ancor più vasta e complessa della prima,
e in una certa misura ne è la conseguenza:
la messa in sicurezza dell’intero patrimonio
immobiliare italiano.
Un esempio può dare la misura della
gravità della situazione…
All’interno del parco vesuviano, alle
pendici del vulcano, si stima che
risiedano in una sorta di città fungaia ...
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Per quanto l’impresa possa sembrare
titanica l’Urbanistica della sicurezza è la
priorità per tutti i nostri centri abitati. In
effetti, la cementificazione selvaggia, il
dissesto idrogeologico dovuto all’incuria e
alla mancanza di politiche attive, l’elevato
rischio sismico che colpisce un po’ tutta la
Penisola, fanno delle nostre città dei castelli
di carte pronti a crollare in ogni momento.
L’impegno da affrontare è certamente
grande, anche perché la situazione di oggi
è il frutto di una superficialità culturale
e una disattenzione politica protrattasi
per decenni. Oggi si ha la necessità di
un’applicazione composita con soluzioni
progettuali, tecnologiche e impiantistiche
finalizzate alla messa in sicurezza di
11 milioni di edifici, per 28 milioni di
abitazioni, che presentano caratteristiche
profondamente diverse con priorità di
intervento multiformi.
Infine, la terza via d’azione concerne
l’ammodernamento tecnico-energetico.
Questa potrebbe rivelarsi la politica
risolutiva per ricomporre in una sintesi
sostenibile l’insieme delle problematiche.
In questo settore le linee di intervento
riguardano il riscaldamento/raffrescamento