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PRESENTAZIONE
Dopo quarant’anni di silenzio il racconto dalla parte delle vittime
degli anni che insanguinarono l’Italia: assassinati, resi invalidi
con spari alle gambe, rapiti, e le loro famiglie spezzate, spesso
avviate ad una sopravvivenza difficile, tra affetti violati e dispe-
ranti trafile burocratiche.
Una mostra per uscire dall’indifferenza e dalla tentazione di ri-
muovere una storia scandalosa che, fino ad oggi, ha visto alla ri-
balta i carnefici che predicavano la violenza quale superamento
del dibattito politico, il sovvertimento della vita democratica,
l’orrenda e meschina idea che si possa assassinare una persona
per un fine superiore: i terroristi.
Qui la voce e le immagini delle loro vittime:
per non dimenticare.
Dedicata a Maurizio Puddu, fondatore e
presidente di AIVITER dal 1985 al 2007.
“Ricordare le vittime vuol dire educare
alla non violenza”
dal Corriere della Sera,
titoli ed articoli recenti
sull’allarme terrorismo interno
DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DEL
"GIORNO DELLA MEMORIA DEDICATO
ALLE VITTIME DEL TERRORISMO E
DELLE STRAGI DI TALE MATRICE"
Palazzo del Quirinale, 9 maggio 2008
IS
"Riaprire le ferite è un'operazione dolorosa ma necessaria. Bi-
sogna ripulirle, disinfettarle. Da qui inizia la guarigione...
Una nazione che non sa riconoscere e ammettere le verità del
proprio passato, per quanto brutale esso sia, è condannata a
ripetere nuovamente quegli errori nel suo futuro."
Desmond Tutu, premio Nobel per la pace
«...era a lungo mancato un riconoscimento collettivo e proiettato nel
futuro come quello deciso dal Parlamento con la legge istitutiva del
"Giorno della memoria".(…)
La scelta della data per il "Giorno della memoria" è caduta per validi
motivi sull'anniversario dell'assassinio di Aldo Moro. Perché, se nel pe-
riodo da noi complessivamente considerato, si sono incrociate per qual-
che tempo diverse trame eversive, da un lato di destra neofascista e di
impronta reazionaria, con connivenze anche in seno ad apparati dello
Stato, dall'altro lato di sinistra estremista e rivoluzionaria, non c'è
dubbio che dominanti siano ben presto diventate queste ultime, col dila-
gare del terrorismo delle Brigate Rosse. E il bersaglio più alto e significa-
tivo che esso abbia raggiunto è stato il Presidente della Democrazia Cri-
stiana, sequestrato, tenuto prigioniero per quasi due mesi e infine con
decisione spietata ucciso.(…)
Quel che più conta, tuttavia, è scongiurare ogni rischio di rimo-
zione di una così sconvolgente esperienza vissuta dal paese, per
poter prevenire ogni pericolo di riproduzione di quei fenomeni
che sono tanto costati alla democrazia e agli italiani. In effetti ab-
biamo visto negli ultimi anni il riaffiorare del terrorismo, attraverso la
stessa sigla delle Brigate Rosse, nella stessa aberrante logica, su scala,
è vero, ben più ridotta ma pur sempre a prezzo di nuovi lutti e di nuove
tensioni. Si hanno ancora segni di reviviscenza del più datato e rozzo
ideologismo comunista, per quanto negli scorsi decenni quel disegno ri-
voluzionario sia naufragato insieme con la sconfitta del terrorismo, mo-
strando tutto il suo delirante velleitarismo, la sua incapacità di esprime-
re un'alternativa allo Stato democratico. E se vediamo nel contempo -
come li stiamo vedendo - segni di reviviscenza addirittura di un ideologi-
smo e simbolismo neo-nazista, dobbiamo saper cogliere il dato che ac-
comuna fenomeni pur diversi ed opposti: il dato della intolleranza e della
violenza politica, dell'esercizio arbitrario della forza, del ricorso all'azio-
ne criminale per colpire il nemico e non meno brutalmente il diverso, per
sfidare lo Stato democratico. Occorre opporre a questo pericoloso fer-
mentare di rigurgiti terroristici la cultura della convivenza pacifica, della
tolleranza politica, culturale, religiosa, delle regole democratiche, dei
principi, dei diritti e dei doveri sanciti dalla Costituzione repubblicana. E
occorre ribadire e rafforzare, senza ambiguità, un limite assoluto, da
non oltrepassare qualunque motivazione si possa invocare: il limite del
rispetto della legalità, non essendo tollerabile che anche muovendo da
iniziative di libero dissenso e contestazione si varchi il confine che le
separa da un illegalismo sistematico e aggressivo.(…)
Lo Stato repubblicano non può abbassare la guardia... »
UNA DEFINIZIONE DEL FENOMENO
11 SETTEMBRE
La mattina dell'11 settembre 2001, 19 affiliati all'organizzazione terroristica di matrice islamica al-
Qa'ida dirottarono quattro voli civili commerciali. I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due
degli aerei sul World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli
e grossi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo sul Pentagono e il quarto, diretto verso il Campidoglio di
Washington, precipitò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che
i passeggeri e i membri dell'equipaggio ebbero tentato di riprendere il controllo del veivolo.
Oltre ai dirottatori, furono 2974 le vittime immediate degli attacchi, mentre altre 24 furono quelle disper-
se. La gran parte delle vittime erano civili, appartenenti a 90 diverse nazionalità.
«Alcuni studiosi americani, come Brian Jenkins, sostengono che accanto alla forma
tradizionale di conflitto: la guerra convenzionale, si è sviluppato il terrorismo, il
quale rappresenta una forma di conflitto a bassa intensità bellica o scarso coinvolgi-
mento dei governi direttamente od indirettamente responsabili, ma con grande effi-
cacia destabilizzante, con forte potere di impatto politico.(…)
Il terrorismo contemporaneo è un fenomeno internazionale, che si sviluppa dagli
anno ’60 nel quadro di uno scontro radicale in un teatro mondiale tra sistemi e civiltà
diverse, che assume le forme di un conflitto combattuto fuori dalle regole tradiziona-
li, con tutti gli strumenti possibili secondo i concetti di guerra rivoluzionaria, o guerra
non ortodossa o simili. (…)
Non si può isolare il fenomeno italiano dalla dimensione internazionale come è al-
trettanto illusorio considerare a se stante il terrorismo medio-orientale».
(di Angelo Ventura, da Atti del Convegno “Lotta al terrorismo”)