Casa Manuelli Magazine Primavera 2013 | страница 7

C A R L O C A R R À solo se stesso

T rentenne, nel febbraio 1910, Carrà è uno dei firmatari del“ Manifesto dei pittori futuristi”. Eppure già nel 1914, con la guerra alle porte, matura la crisi che lo porta a staccarsi dal futurismo e inizia a prenderne le distanze. Dal 1915 alla ricerca di valori puri, il pittore si accosta all ' ambiente fiorentino e sollecitato dall ' intensificarsi dei contatti con Ardengo Soffici e con Giovanni Papini, e, poco dopo, influenzato da Longhi, inizia a meditare sul rapporto fra antico e moderno. Carrà approda nel territorio della metafisica nel 1917, quando arriva a Ferrara come militare, incontra De Chirico e, per circa un anno, prima di prendere l ' un l ' altro le distanze procedono insieme in un cammino di comuni obiettivi di ricerca, sebbene con reciproche riserve.

M A L A N A N D O P E R R I C E R C A
S U A D A L L A
P E R S E G U I R E D I
P I T T U R A
S I T E N S I O N E
Q U E L L A I N D I C A Z I O N E
V A
A L L O N T A- M E T A F I S I C A S T R A D A
Nel 1916 il maestro pubblica la“ Parlata su Giotto” e“ Paolo Uccello costruttore”, in cui prende posizione su problemi di tradizione in senso moderno.
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D I S P A Z I A L E E D I
S E M P L I F I C A Z I O N E D E L L E
C O S E raggiunta nel“ Pino sul mare” del 1921. La pittura del maestro negli anni a seguire, si aprirà ad un ritorno alla natura pur conservando la solidità strutturale e plastica che contraddistingue la sua poetica. Nell ' articolato percorso di Carrà, una svolta ancor più decisa, segnale di una nuova crisi meditativa è ravvisabile nell '“ Attesa” e nel“ Cinquale”, due dipinti del 1926, rieccheggianti emozioni di Tiziano vecchio o del migliore Renoir.
“ L ' A R T E È U N D I A L O G O
T R A L ' U O M O E L A
S U A
A N I M A” scrive Giuseppe Ungaretti. Periodi di esaltazione avvicendati a fondi abissali nell ' inquietudine di un futuro i cui confini politici si stavano giocando e ridisegnando nel globale coinvolgimento in principio fortemente condiviso dagli stessi artisti. Quella di Carrà è la posizione di un intelletuale profondamente radicato nella trama storica di un paese tra antico e moderno. Sono le cose ordinarie che rivelano quelle forme di semplicità che ci dicono uno stato superiore e posteriore dell ' essere, il quale costituisce tutto il segreto dell ' arte.
G R A Z I E N A A M O R E
A L C E S S Ò
F U T U R I S M O D I
E S S E R E
L ' A R T E I N
M O D E R-
I T A L I A C L A N D E S T I N O E D I V E N N E
U N U N
P R O B L E M A
N A Z I O N A L E. L ' esposizione futurista del febbraio 1912 ebbe un grandissimo successo. Nella ricerca futurista di Carrà lo spettatore è al centro del quadro. Dopo l ' esaltazione del progresso e della nuova cultura urbana, l ' artista sposta il suo sguardo verso le tematiche sociali e operaie che si muovono ai margini della città moderna. Carrà dimostra sempre fermezza e coscienziosità nell afrrontare il soggetto. Profondamente suggestionato dal cubismo di Braque e di Picasso, egli riduce le scelte cromatiche ad una gamma molto austera.
A P P U N T O
C U B I S M O E I L V U O L E R I
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N E G A R E
P E R C H È
V I E N E
F U T U R I S M O, N O N
L E R I S O L V E R L E
A T T O. F U S I O N E E A T T O
E S P E R I E N Z E I N
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D O P O
S T E S S A
I L N É
P U Ò A N T E R I O-
C O M E
La metafiscia per lui coincide soprattutto con il recupero dei valori pittorici e prospettici della tradizione italiana. L A P I T T U R A M E T A F I S I C A
C O M E
L ' I N T E N D E
C A R R À. Un necessario equilibrio tra arte e tradizione, tra natura e arte. Aspira ad una grande semplicità plastica.
Con il“ Pino sul mare” l ' artista ha cercato di ricreare una rappresentazione mitica della natura. U N A C O S T R U Z I O N E
E S S E N Z I A L E
E N I T I D A M E N T E
D E F I N I T A D A
P O C H I
E L E M E N T I. La realtà, nell ' estrema semplificazione e sintesi tra dato naturale e astrazione arcaica, è trasfigurata in un luogo del mito.
In molti suoi paesaggi cogliamo una chiara traccia dell ' attenzione per Paul Cezanne; lo sguardo di Carrà, pur senza scordare la cotruzione per masse e volumi di natura giottesca, va a Cezanne e alla sua pittura per tocchi, al suo pensare per linee, colori, volumi e superfici.
Alla scoperta del mare di Forte dei Marmi, il pittore si abbandona ad una commozione meno vigilata, allo slancio della prima visione. Con le sue prodigiose riaccensioni di un impressionismo mentale e non fenomenico ricorda Fautrier, poche linee di colore sospese in uno spazio assorto.
La pittura è cosa mentale e gli elementi naturali sono semplici accessorii. Vivissimo è il suo interesse per gli antichi pittori toscani, Giotto e Masaccio sopra tutti. Traccia una sintesi tra la memoria e il sogno, alla ricerca di tracce non necessariamente legate all ' e- sperienza concreta, svincolandole dal riconoscimento geografico.
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S E N T I M E N T O R I E V O C A R E C H E P O R I
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U N A R I V E L A
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M A L I C O N I C I C O N T I N U I T À I L
S E G N O
P A E S I S T I C O
R E L I G I O S I T À S I L E N Z I E N E I D E L L A S T I L I S T I C A D E L L A
S E M B R A U M A N A
T O R- N A T U R A. U N A N A T A
T E N A C I A, P A Z I E N Z A, D E L L ' A S T R A Z I O N E
A S T R A Z I O N E.
S O T T O D E L L A
Carrà è riservato ed esuberante, rigiroso e aperto a tutte le avventure spirituali, generoso e incline alla chiusura, lavoratore, teorico metodico, inventore lucido e intuitivo, pittore sensibile e sensuale.
Esprime l ' ansia di quella spoliazione formale che non ammette piacevolezze esterne, che semplifica sacrifica ogni particolare non assolutamente indispensabile.
N a n n i P a n i z z a C U R I O S O D’ A R T E