C A R L O C A R R À solo se stesso
T rentenne , nel febbraio 1910 , Carrà è uno dei firmatari del “ Manifesto dei pittori futuristi ”. Eppure già nel 1914 , con la guerra alle porte , matura la crisi che lo porta a staccarsi dal futurismo e inizia a prenderne le distanze . Dal 1915 alla ricerca di valori puri , il pittore si accosta all ' ambiente fiorentino e sollecitato dall ' intensificarsi dei contatti con Ardengo Soffici e con Giovanni Papini , e , poco dopo , influenzato da Longhi , inizia a meditare sul rapporto fra antico e moderno . Carrà approda nel territorio della metafisica nel 1917 , quando arriva a Ferrara come militare , incontra De Chirico e , per circa un anno , prima di prendere l ' un l ' altro le distanze procedono insieme in un cammino di comuni obiettivi di ricerca , sebbene con reciproche riserve .
M A L A N A N D O P E R R I C E R C A
S U A D A L L A
P E R S E G U I R E D I
P I T T U R A
S I T E N S I O N E
Q U E L L A I N D I C A Z I O N E
V A
A L L O N T A - M E T A F I S I C A S T R A D A
Nel 1916 il maestro pubblica la “ Parlata su Giotto ” e “ Paolo Uccello costruttore ”, in cui prende posizione su problemi di tradizione in senso moderno .
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D I S P A Z I A L E E D I
S E M P L I F I C A Z I O N E D E L L E
C O S E raggiunta nel “ Pino sul mare ” del 1921 . La pittura del maestro negli anni a seguire , si aprirà ad un ritorno alla natura pur conservando la solidità strutturale e plastica che contraddistingue la sua poetica . Nell ' articolato percorso di Carrà , una svolta ancor più decisa , segnale di una nuova crisi meditativa è ravvisabile nell ' “ Attesa ” e nel “ Cinquale ”, due dipinti del 1926 , rieccheggianti emozioni di Tiziano vecchio o del migliore Renoir .
“ L ' A R T E È U N D I A L O G O
T R A L ' U O M O E L A
S U A
A N I M A ” scrive Giuseppe Ungaretti . Periodi di esaltazione avvicendati a fondi abissali nell ' inquietudine di un futuro i cui confini politici si stavano giocando e ridisegnando nel globale coinvolgimento in principio fortemente condiviso dagli stessi artisti . Quella di Carrà è la posizione di un intelletuale profondamente radicato nella trama storica di un paese tra antico e moderno . Sono le cose ordinarie che rivelano quelle forme di semplicità che ci dicono uno stato superiore e posteriore dell ' essere , il quale costituisce tutto il segreto dell ' arte .
G R A Z I E N A A M O R E
A L C E S S Ò
F U T U R I S M O D I
E S S E R E
L ' A R T E I N
M O D E R -
I T A L I A C L A N D E S T I N O E D I V E N N E
U N U N
P R O B L E M A
N A Z I O N A L E . L ' esposizione futurista del febbraio 1912 ebbe un grandissimo successo . Nella ricerca futurista di Carrà lo spettatore è al centro del quadro . Dopo l ' esaltazione del progresso e della nuova cultura urbana , l ' artista sposta il suo sguardo verso le tematiche sociali e operaie che si muovono ai margini della città moderna . Carrà dimostra sempre fermezza e coscienziosità nell afrrontare il soggetto . Profondamente suggestionato dal cubismo di Braque e di Picasso , egli riduce le scelte cromatiche ad una gamma molto austera .
A P P U N T O
C U B I S M O E I L V U O L E R I
M A
N E G A R E
P E R C H È
V I E N E
F U T U R I S M O , N O N
L E R I S O L V E R L E
A T T O . F U S I O N E E A T T O
E S P E R I E N Z E I N
S E
D O P O
S T E S S A
I L N É
P U Ò A N T E R I O -
C O M E
La metafiscia per lui coincide soprattutto con il recupero dei valori pittorici e prospettici della tradizione italiana . L A P I T T U R A M E T A F I S I C A
C O M E
L ' I N T E N D E
C A R R À . Un necessario equilibrio tra arte e tradizione , tra natura e arte . Aspira ad una grande semplicità plastica .
Con il “ Pino sul mare ” l ' artista ha cercato di ricreare una rappresentazione mitica della natura . U N A C O S T R U Z I O N E
E S S E N Z I A L E
E N I T I D A M E N T E
D E F I N I T A D A
P O C H I
E L E M E N T I . La realtà , nell ' estrema semplificazione e sintesi tra dato naturale e astrazione arcaica , è trasfigurata in un luogo del mito .
In molti suoi paesaggi cogliamo una chiara traccia dell ' attenzione per Paul Cezanne ; lo sguardo di Carrà , pur senza scordare la cotruzione per masse e volumi di natura giottesca , va a Cezanne e alla sua pittura per tocchi , al suo pensare per linee , colori , volumi e superfici .
Alla scoperta del mare di Forte dei Marmi , il pittore si abbandona ad una commozione meno vigilata , allo slancio della prima visione . Con le sue prodigiose riaccensioni di un impressionismo mentale e non fenomenico ricorda Fautrier , poche linee di colore sospese in uno spazio assorto .
La pittura è cosa mentale e gli elementi naturali sono semplici accessorii . Vivissimo è il suo interesse per gli antichi pittori toscani , Giotto e Masaccio sopra tutti . Traccia una sintesi tra la memoria e il sogno , alla ricerca di tracce non necessariamente legate all ' e- sperienza concreta , svincolandole dal riconoscimento geografico .
I L
S E N T I M E N T O R I E V O C A R E C H E P O R I
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U N A R I V E L A
N E I
M A L I C O N I C I C O N T I N U I T À I L
S E G N O
P A E S I S T I C O
R E L I G I O S I T À S I L E N Z I E N E I D E L L A S T I L I S T I C A D E L L A
S E M B R A U M A N A
T O R - N A T U R A . U N A N A T A
T E N A C I A , P A Z I E N Z A , D E L L ' A S T R A Z I O N E
A S T R A Z I O N E .
S O T T O D E L L A
Carrà è riservato ed esuberante , rigiroso e aperto a tutte le avventure spirituali , generoso e incline alla chiusura , lavoratore , teorico metodico , inventore lucido e intuitivo , pittore sensibile e sensuale .
Esprime l ' ansia di quella spoliazione formale che non ammette piacevolezze esterne , che semplifica sacrifica ogni particolare non assolutamente indispensabile .
N a n n i P a n i z z a C U R I O S O D ’ A R T E