Le anime dei morti nella raffigurazione popolare napoletana
le capuzzelle. La devozione per le anime del Purgatorio ha radici antiche che gli storici fanno risalire alla peste del 1656, un evento catastrofico ma dall’ enorme impatto sull’ immaginario della popolazione, dovuto anche al trasformarsi delle chiese in ossari, dove venivano ricoverati migliaia di ammalati ed altrettanti cadaveri. La pestilenza di quell’ anno fece a Napoli oltre 300mila vittime. Fu così che per salvarsi dall’ ecatombe il popolino decise di affidare la propria sorte alle capuzzelle, simbolo di quelle anime del Purgatorio che, attraverso la loro posizione‘ sospesa’, avrebbero potuto intercedere coi santi per la salvezza dei loro protetti.
Ai primi del Seicento Giulio Mastrillo, secondo la leggenda scampato ad un’ aggressione di banditi invocando le anime in suo soccorso, fonda la chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sarebbe poi diventata la chiesa delle cape‘ e morte o delle capuzzelle. Più richiesti per l’ adozione erano i teschi dei bambini, cui si attribuiva la maggior capacità di intercessioni. Tanto che, secondo alcune fonti, in quel periodo furono create vere e proprie liste d’ attesa per adottare le capuzzelle dei
Campania dei Miracoli 5