INTERVISTA A
RADOUANE EL ASSIR
REAL S. ANDREA
Radouane,
sei
di
origini
marocchine e giochi a pallone da
tantissimi anni.
Hai notato una miglior tolleranza
razziale da parte degli italiani
lungo gli anni?
Onestamente
credo
che
la
situazione non sia molto cambiata
rispetto
agli
anni
passati.
Ultimamente quando siamo andati a
giocare
gare
soprattutto
nell'entroterra, ho notato ancora
molta ignoranza fra alcuni del
pubblico che hanno punzecchiato
me e un mio compagno di squadra,
quando hanno scoperto le nostre
origini. Un gran miglioramento quindi
non l'ho avvertito, magari tra i giovani
qualcosa si muove. Non lo dico tanto
per me, ma perché è un brutto
esempio di emulazione per i
bambini. Prevedo che vedremo
ancora di queste scene.
E' molto seguito il calcio in
Marocco come in Italia? Ci sono
delle squadre di spicco a livello
continentale? Ci sono altri sport
più amati?
In Marocco il calcio è amatissimo. E'
molto seguito, forse persino più che
in Italia. C'è una situazione simile a
qui: il pallone è lo sport più popolare
e gli altri sono comunque ben seguiti.
A differenza dell'Italia, non ci sono
ancora le scuole calcio e le
accademie
così
capillari
nel
territorio, frazione per frazione. Però
il movimento sta migliorando, i
giovani si stanno affermando e dopo
aver perso (per colpa di Blatter) la
candidatura del 2010 ai danni del
Sud Africa, il Marocco si vuole
ricandidare per l'edizione 2026, dopo
Qatar 2022. Il Raja Casablanca si
sta affermando continentalmente e
nel 2013 ha raggiunto la finale del
Mondiale per Club perdendo solo 2 a
0 col Bayern Monaco.
So che segui la Coppa D'Africa e il
tuo Marocco. Quali sono i
calciatori e le squadre più
interessanti?
Che
cosa
rappresenta
per
te
questa
competizione?
Questa competizione che partirà a
Gennaio, mi fa sempre un certo
effetto seguirla. E' come per un
italiano leggere della propria
Nazionale nei giornali esteri. Vedere
tra le righe della Gazzetta la vittoria
del Marocco sarebbe una bella
soddisfazione. Oltre a noi, ci sono
sempre le solite pretendenti al titolo,
ma le sorprese sono sempre dietro
l'angolo. Dalla nostra abbiamo ora
un grande CT come il francese
Renard già vincitore con Zambia e
Costa d'Avorio, oltre a ottimi
giocatori come Benatia, Belhanda,
Mastour e il talento dell'Ayax Ziyech
. Chi temo più di tutti? In primis
Aubameyang di Dortmund e Gabon,
oltre all'egiziano Salah della Roma.
Che cos'è per te il calcio? E'
soltanto uno sport o anche un
ottimo
strumento
di
aggregazione,
«un
vero
distruttore di barriere mentali»?
Il calcio è prima di tutto una
passione, che ho sin da piccolo. Per
molti potrebbe essere visto come un
qualcosa da fare per divertimento,
per me invece no. Deve essere
qualcosa di professionistico a tutte le
Categorie ufficiali, perché se voglio
divertirmi non mi alleno nel fango e
sotto la pioggia. In un futuro poi
questa voglia di agonismo potrebbe
servire per diventare un allenatore e
la potrò trasmettere a mia volta.
Grazie al calcio conosci altre
persone, opportunità di lavoro, ti si
crea un mondo. Tramite il pallone, ho
scoperto un mondo nuovo e mi sono
fatto conoscere agli altri come
persona.
Matteo Morotti
CalcioEmiliaRomagna MAGAZINE
Numero 10 del 30 novembre 2016 pag. 15