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Il porto inteso come cardo ha inoltre un ’ altra peculiarità , non si ferma infatti alla sola dimensione urbana ma va a toccare Cefalù , Termini Imerese , continua per Trapani e si chiude a Porto Empedocle , aprendo quindi notevolmente i suoi orizzonti non più strettamente cittadini .
“ Per permettere a Palermo di allargare i suoi confini metropolitani è necessario stimolare una serie di interventi che non possono essere di esclusiva competenza comunale , ma devono necessariamente avere una dimensione regionale ed europea , facendo diventare il capoluogo ancor più la grande porta sul Mediterraneo di un sistema che comprenda la Sicilia occidentale . Senza un porto che si riattiva questo sarebbe solo un disegno velleitario ; il porto e la potenza di sistema di tutti i porti consentono di dare sostanza ma soprattutto di stimolare quella relazione pubblico privato in cui il pubblico torna a fare il regolatore , mentre il privato coglie l ’ ambizione di porsi come attuatore e , talvolta , anche co-regolatore e co-progettista . Oggi le norme italiane , seppur non tra le eccellenze europee , consentono al privato di avere una corresponsabilità nelle decisioni e nella pianificazione , e questa è senz ’ altro un ’ opportunità da sfruttare .”
Il professore ha proseguito con la passione e le competenze che contraddistinguono il suo percorso professionale a servizio della città di Palermo .
“ Se guardiamo questo cardo palermitano , questo nuovo asse regolatore dello sviluppo policentrico della città , rappresenta la visione di uno spazio che guardando al futuro torna alle proprie origini . Negli anni 60 / 70 , partendo da quelli successivi al dopoguerra , si è modificato il modo di vivere il tessuto urbano ; nessuno avrebbe chiamato un quartiere come Romagnolo periferia , si trattava di zone che arricchivano la nostra esperienza urbana per una specifica peculiarità , ci si andava anche se non ci si abitava , perché in alcuni vi si trovava il mare in altri la campagna , altri avevano una vocazione più agricola , altri ancora erano borgate marinare . Oggi stiamo recuperando questa dimensione più articolata di Palermo , rimettendone in mostra la ricchezza .”
“ Per permettere a Palermo di allargare i suoi confini metropolitani è necessario stimolare una serie di interventi che non possono essere di esclusiva competenza comunale , ma devono necessariamente avere una dimensione regionale ed europea , facendo diventare il capoluogo ancor più la grande porta sul Mediterraneo di un sistema che comprenda la Sicilia occidentale ”.
Negli ultimi anni grazie al piano regolatore portuale e lo stimolo ulteriore alla concretezza dato dal presidente Monti , il porto è diventato il luogo su cui si agganciano le aree a più alta intensità di trasformazione .
“ La costa sud sta diventando epicentro di molte risorse , porto Sant ’ Erasmo la porta marina di un ’ intera borgata . La parte croceristica e quella industriale assumono un ruolo fondamentale , il piano regolatore li ha individuati come cardini della città , riuscendo a mettere in connessione i porti turistici con quelli prettamente industriali . Questo è il senso che stiamo dando agli interventi sulla linea di costa , fascia che lentamente si sta trasformando in un polo reattivo . Credo davvero – ha concluso Carta – che sarà fondamentale riuscire ad allineare i due tempi di risposta che Palermo richiede in questo momento , quello rapido e veloce per risolvere l ’ emergenza , unito alla saggezza e la lungimiranza di progetti di ampio respiro che spesso richiedono un tempo lento . Molte questioni non potranno trovare subito una risoluzione , è necessario riuscire a porre le basi e i presupposti per rimettere in moto un dinamismo economico che deve fare da traino per l ’ intera regione , non solo per la nostra città ”.