Betting Magazine BETTING Magazine numero 25 del 31 marzo 2015 | Page 2

BETTING N° 25 - 31 Marzo 2015 Magazine In questo numero: 10 da pag. 11 da pag. 14 a pag. 2 4 CAMPIONATO PRONOSTICI I pronostici dei giornalisti a confronto: 14 team che si sfidano all’insegna dell’1X2, dell’Under/Over e del Goal/No Goal QUALIFICAZIONI EURO 2016 La situazione ai raggi X dei nove gruppi di qualificazione agli europei del 2106 con pronostici e approfondimenti AMICHEVOLI INTERNAZIONALI Italia-Inghilterra e Olanda-Spagna INGHILTERRA OLANDA ITALIA da pag. 5 8 da pag. 16 da pag. 18 da pag. 20 SPAGNA da pag. 26 ATTUALITÀ e politica sportiva e dei Giochi AGENDA Tutti gli eventi del mid week LO SPORT IN TV La guida completa per il mid week FACEBOOK PLAZA La palestra di blogger e gruppi ITALIA SERIE A Risultati, prossimo turno e classifica ITALIA SERIE B Risultati, prossimo turno e classifica ITALIA LEGA PRO Risultati, prossimo turno e classifiche ITALIA Serie D e Serie A Femminile da pag. 36 da pag. 42 da pag. 48 da pag. 50 da pag. 56 da pag. 62 da pag. 66 da pag. 70 INGHILTERRA Premier L., Championship, L1, L2 e FC GERMANIA Bundesliga, Zweiteliga, Dritteliga GERMANIA Regionalliga e Bundesliga Femminile SPAGNA Liga, Liga Adelante, Segunda Division B FRANCIA Ligue 1, Ligue 2 e National PORTOGALLO Liga Zon Sagres e Segunda Liga OLANDA Eredivisie e Eerste Divisie SCOZIA Premier League, Championship, L1 e L2 IRLANDA 73 Premier League e Division 1 AUSTRIA 74 Bundesliga e Erste Liga Super League 75 SVIZZERA e Challenge League DANIMARCA 76 SAS Ligaen e Division 1 e SLOVENIA PRVA Liga e 77 CROAZIA MAX PRVA Liga Ethniki League 78 GRECIA Super Ligi 79 TURCHIA Synot Liga 80 REPUBBLICA CECA 2 NB1 League 81 UNGHERIA da pag. 82 POLONIA e ROMANIA Ekstraklasa e I Liga 84 Premier League Premier League 85 UCRAINA RUSSIA da pag. 86 ARGENTINA A e B Primera Division A e B Primera Division 88 URUGUAY - Clausura da pag. 89 a pag. 94 ALTRI CAMPIONATI dall’Europa all’Oceania ALTRI SPORT - BASKET Eurolega e Eurocup da pag. QUOTE 95 Snai e Sisal Match Point BETTING Magazine LHM SPORT srl Servizi Editoriali Amministratore Unico: Giovanni Mastroianni Direttore responsabile: Carlo Lazotti Redazione: Daniele Giovagnoli Carlo Liguori Alessandro Mazzitelli Lucia Proto Salvatore Santorelli Roberto Tombini Giorgio Zecchin Hanno collaborato a questo numero: Mauro Grimaldi Luigi Migliaccio Claudio Zecchin Sede operativa, direzione e redazione: P.za F. De Lucia 37 00139 ROMA tel. +39 06 88399590 fax +39 06 88399310 [email protected] Sede amministrativa, marketing e segreteria: Via Quarto Negroni 8 00040 Ariccia (ROMA) tel. +39 06 9342642 fax +39 06 9343097 [email protected] [email protected] Sede legale: Via Caio Canuleio 66 00174 ROMA Software elaborazione dati: IES di Rossi Stefano snc [email protected] Statistiche: Football Data Sas Via della Torretta 2 50137 FIRENZE Tel. +39 055 676609 [email protected] Infografiche: P&G Infograph srl Via Romolo Bitti 32 20125 MILANO Tel. +39 02 66101651 Fax +39 02 66101641 [email protected] BETTING MAGAZINE è una testata registrata al Tribunale di Roma, n. 94 del 24/04/2014 Il diario della SERIE A (28 bis) Contro la modesta Bulgaria un pareggio che sa di sconfitta di Mauro GRIMALDI Se c’è una cosa che in Italia sappiamo fare bene sono le polemiche. Non ci facciamo mancare nulla. Dalla politica ai treni, dal tempo alle buche fino allo sport, che riveste uno degli argomenti più gettonati. Adesso è la volta della Nazionale e ci stiamo facendo mancare il terreno sotto i piedi solo perché il buon Conte ha convocato due oriundi – Eder e Vazquez – facendo vibrare l’italiana sensibilità. Peccato che con gli oriundi abbiamo vinto tre mondiali su quattro. Vittorio Pozzo – che ne ha vinti due, nel 1934 e nel 1938 – diceva che se sono buoni per il Re sono buoni anche per la Regina. E in effetti questi ragazzi sono cittadini italiani a tutti gli effetti e in un paese in cui ci scandalizziamo per le discriminazioni razziali il fatto che ci offendiamo perché la nostra Nazionale venga inquinata da oriundi è il paradosso dei paradossi. A parte Mauro Camoranesi, campione del mondo del 2006, negli anni trenta la nostra Nazionale era zeppa di ragazzi provenienti dal Sudamerica, figli di prima generazione di quegli italiani che per fame, nei primi del ‘900, erano stati costretti a emigrare lontano da casa. Molti non si ricorderanno di questi nomi ma Renato Cesarini (che ha dato il nome alla famosa “zona Cesarini”), Guaita (il corsaro nero che ha fatto grande la prima Roma), Demaria, Orsi, Monti sono solo alcuni degli oriundi che hanno fatto le fortune della Nazionale e del calcio italiano. Che poi ci sia bisogno di far crescere i nostri giovani, di puntare sui vivai, questo è un altro discorso, ma non ne ha certo colpa il Commissario Tecnico della Nazionale che è costretto a raschiare il barile perché gli otto undicesimi delle quadre italiane di club – quando va bene – sono composti da stranieri. Quindi facciano un esame di coscienza i presidenti (e i tecnici) della serie A che sono i primi ad arginare la crescita di questi giovani. La realtà è che il nostro calcio è malato, privo di fondamenta e dietro a quella vetrina che ci ostiniamo a lucidare continuamente non c’è quasi più nulla. I Verratti sono delle mosche bianche, come gli Insigne che sono potuti emergere solo grazie a quel visionario di Zeman all’interno di quel fantastico laboratorio di talenti che era, all’epoca, il Pescara. Mi chiedo se sia mai possibile che, in un paese che occupa un posto di prestigio nella storia del calcio mondiale, secondo per tito- li solo al Brasile, vi sia la totale mancanza di una strategia di crescita, di rinnovamento, di ricerca. Non è un vanto, secondo me, che la prima in classifica della serie A, abbia accumulato un distacco di 14 punti sulla seconda. È il segno di un campionato mediocre e di un calcio privo di una propria identità, ormai lontano anni luce da quello inglese, spagnolo, tedesco. Damose da fa e di corsa, visto il complicato pareggio con l’umile Bulgaria, arrivato alla fine, tra l’altro per opera di Eder (!). Ora un pareggio ci può anche stare e credo che alla fine ci qualificheremo. Il problema è se saremo all’altezza di confrontarci con le altre Nazionali o, cosa più probabile, rimedieremo, come è successo negli ultimi mondiali ed europei, un paio di sganassoni per tornare a casa prima del previsto. Non vorrei essere troppo pes- simista ma il lavoro che bisogna fare con la Nazionale è un lavoro di immagine, imporre un cambiamento di rotta nelle preferenze degli italiani e prima ancora dei club. La Nazionale sembra dia fastidio, sia un peso anche per quei giocatori troppo impegnati durante la settimana. Magari qualcuno dirà che non è così ma, come si dice, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Mi sembra sia arrivato il momento di cambiare rotta e modello. Di avere il coraggio di puntare a una attività agonistica di qualità invece che di quantità, riducendo gli organici del massimo campionato (utili solo a SKY o Mediaset Premium). Trovare la forza di fare delle scelte per imporre (o sensibilizzare) i club a considerare il settore giovanile come uno degli obiettivi prioritari. Di dare spazio a questi ragazzi. Di incentivare l’utilizzo di un minimo di calciatori italiani. Ma ho l’impressione che tutto questo sia un’utopia, almeno finché il nostro calcio non sarà arrivato a un punto di non ritorno. Allora qualcuno si scandalizzerà, qualcun altro dirà “io l’avevo detto”, altri ancora se la prenderanno con il sistema e la colpa non sarà di nessuno, in linea con quella cultura dello scarica barile, da sempre lo sport preferito da noi italiani.