Anche a noi viene in aiuto la Parola
ulteriore del Vangelo che ci rammenta
che ognuno di noi vale molto di più (Mt
10, 31): più dei passeri e più della
mediocrità; più della burocrazia e più
della critica malevola; più dei pregiudizi
scontati o dell’inerzia rassegnata.
Abbiamo cioè una dignità grande
che non può né deve mai desistere di
fronte alle inevitabili fragilità umane,
politiche e sociali. Anche il nostro
sguardo deve essere profetico, cioè
avere orizzonti ampi, soprattutto se
siamo credenti, non smettendo mai di
indicare tali prospettive a tutti, compresi
coloro che ci amministrano.
Proprio per questo però non
possiamo, come cittadini e tanto più
come credenti, accontentarci
di
panem et cicenses! Chiediamo di più
anzitutto a noi stessi e domandiamoci:
quale futuro per questa nostra Città?
Cosa conta ed è urgente in questo
momento? Cosa offrire ai più giovani?
Come educarci per davvero al vivere
sociale?
Come
continuare
ad
interrogarci,
senza
abbassare
la
guardia, sui tempi che cambiano
(e molto in fretta!), sulle modalità che
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spesso ci trovano impreparati, sulle
persone che ci interpellano? Dove
stiamo
andando?
Cosa
stiamo
costruendo?
S. Alessandro è passato da queste
nostre terre e ha lasciato un segno: di
coraggio, di santità, di un mondo-altro,
di un di-più necessario…
Quale sarà il nostro segno?