Quando ci si trova a dover ringraziare qualcuno per una buona azione, per un tempo vissuto insieme, non si trovano mai le giuste parole e si cade immediatamente nel terrore che un banale e semplice grazie possa sembrare riduttivo ed insensibile.
Al contrario, la parola grazie racchiude moltissimi significati ed è, forse, una delle espressioni più belle che la lingua italiana ha recuperato dal latino. Gratias agere: fare, con delle azioni, qualcosa che possa esprimere un sentimento di gratitudine, di riconoscenza. Ed è allora così che il grazie si riempie di amicizia, fedeltà, gratuità, stima e crescita.
« Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere »( Dt 8,2): queste sono le parole che Dio rivolge al popolo di Israele prima di entrare, dopo anni nel deserto, nella terra promessa. Queste sono le parole che mi sento di regalare a don Fabio, in questo momento di saluto e inizio di una nuova esperienza.
Caro don Fabio, il Signore ti ha fatto percorrere un lungo cammino in questi sette anni e non solamente quello geografico dal comune di Lazzate nella popolosa Brianza, alla pianura afosa di Melzo.
Sette lunghi anni in cui ti sei mostrato prima di tutto un uomo. Un amico, oserei dire. La tua porta di casa è sempre stata aperta per un consiglio, una chiacchierata e anche qualche discussione. Hai fatto parte delle scelte di molte persone della nostra Città, in particolare di quelle dei giovani melzesi. Ci hai portato nel cuore dal primo giorno e continuerai a farlo.
Sette lunghi anni in cui, senza dubbio, hai fatto fiorire la fede tra i giovani. Le moltissime esperienze da te proposte sono state in grado di valorizzare tutte le sfaccettature che il credere Dio porta con sé: la carità verso il più bisognoso, il“ mettere le mani in pasta” per far sì che la fede non si basi solo su cose, per così dire, astratte.
Ancora risuonano nei nostri cuori le emozioni provate sui campi di Libera sottratti alla mafia, oppure davanti al Santo Sepolcro, o ancora per le piazze di Melzo durante la Missione Giovani del novembre 2016.
Sette lunghi anni in cui hai mostrato di avere le idee chiare e di avere ben presente la via da seguire; hai saputo chiedere ed ottenere l’ aiuto di vari laici che hanno condiviso la tua visione nell’ agire. Molti hanno scoperto così il piacere di sentirsi parte attiva della Chiesa.
Sette lunghi anni in cui sei stato riferimento per molti, e non solo per persone all’ interno del contesto oratoriano. Un riferimento saldo nel mostrare la gioia dell’ essere prete, del donare la propria vita per gli altri, dello sperimentare una paternità che va oltre il legame di sangue.
Sei stato per noi un gran pastore, capace di avere addosso « l’ odore delle pecore » tanto consigliato da Papa Francesco.
Sette lunghi anni in cui le tue parole sono state una possibilità di intercettare l’ amore che Dio ha verso di noi..
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