Appunti sulla Politica di Aristotele (giugno 2014) | Page 16
gioioso e pertanto l'hanno anche gli altri animali (e,
in effetti, fin qui giunge la loro natura, di avere la
sensazione di quanto è doloroso e gioioso, e di
indicarselo a vicenda), ma la parola è fatta per
esprimere ciò che è giovevole e ciò che è nocivo e, di
conseguenza, il giusto e l'ingiusto14: questo è, infatti,
proprio dell'uomo rispetto agli altri animali, di avere,
egli solo, la percezione del bene e del male, del giusto
e dell'ingiusto e degli altri valori: il possesso comune
di questi costituisce la famiglia e lo stato. E per
natura lo stato è anteriore alla famiglia e a ciascuno
di noi perché il tutto deve essere necessariamente
anteriore alla parte: infatti, soppresso il tutto non ci
sarà più né piede né mano se non per analogia
verbale, come se si dicesse una mano di pietra (tale
sarà senz'altro una volta distrutta): ora, tutte le cose
sono definite dalla loro funzione e capacità, sicché,
quando non sono più tali, non si deve dire che sono le
stesse, bensì che hanno il medesimo nome. E' evidente
dunque e che lo stato esiste per natura e che è
anteriore a ciascun individuo: difatti, se non è
autosufficiente, ogni individuo separato sarà nella
stessa condizione delle altre parti rispetto al tutto, e
quindi chi non è in grado di entrare nella comunità o
per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno,
non è parte dello stato, e di conseguenza è o bestia o
dio15.