Focus 03/2020
la vernice presentino dei difetti di aderenza e abbiano delle caratteristiche di permeabilità
tali da permettere il passaggio di molecole d’acqua una volta applicato il campo
elettrico. L’acqua può trasportare con sé anche ossigeno e sali disciolti e creare di
nuovo dei microambienti potenzialmente corrosivi dove la poca corrente responsabile
del fenomeno di trasporto non è sufficiente a garantire la protezione catodica generando
nuovamente un problema di schermatura.
In caso di elevate densità di corrente di protezione anche lo sviluppo di idrogeno
gassoso al catodo può portare alla formazione di piccole sacche di gas con una pressione
tale da provocare un distacco del rivestimento. Per alcuni prodotti usati come
rivestimenti, infine, può risultare incompatibile l’effetto del pH alcalino generato dalla
protezione catodica in prossimità della struttura.
Diviene quindi evidente quanto la corretta selezione del prodotto usato e una particolare
attenzione a garantire una buona aderenza del rivestimento al substrato metallico
sia di fondamentale importanza per una reale efficienza del rivestimento stesso e
come un eccesso di polarizzazione dovuto ad una “troppo intensa” protezione catodica
possa portare a risultati opposti rispetto a quelli sperati.
Uno dei test specifici per determinare le capacità di un determinato rivestimento nelle
condizioni di esercizio è il test di distacco catodico o “Cathodic Disbondment Test”
dove un rivestimento applicato a un provino di acciaio viene sottoposto a diversi livelli
di sovra-protezione per valutarne le caratteristiche di comportamento quando soggetto
al campo elettrico di protezione catodica.
A seconda del tipo di substrato e del tipo di rivestimento esistono norme specifiche
di riferimento per l’esecuzione del test; vogliamo qui citare solo la UNI EN ISO
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