intorpidite non la pensavano come lui.
Rotolò goffamente, fece leva con un braccio e finalmente
si rizzò in piedi e sbatté più volte le palpebre stanche
per mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. La prima
cosa che vide fu una manciata di persone che avevano
assistito al suo acrobatico risveglio.
Dietro di loro si stagliava una strada di ciottoli, piuttosto
larga che ai lati ospitava altri passanti che si muovevano
frettolosamente per ripararsi dalla pioggia.
Intorno si snodava una serie di locali e negozi,
panettieri, edicolanti , arrotini e fabbricanti di selle e
ferri da cavallo.
Continuò a guardarsi intorno cercando di collegare
almeno un particolare ad un precedente ricordo.
L'odore della pioggia misto al fumo che usciva da
qualche comignolo gli riempiva le narici.
La sua mente si rifiutava di collaborare; immagini
sfocate, rumore.
Non appena si voltò uno straniero lo avvicinò. Scrutò lo
straniero dal cappello a cilindro e doppiopetto in tinta e
capì chi dei due fosse veramente straniero.
<>
Indugiò sulla risposta da dare; forse troppo, dato che il
signore con il cilindro ripetè un po' indispettito: <>
Lui si limitò a sorridere e ad agitare la mano per far