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attuali monti Kunlun in Manciuria,
dove Xiwa difende un laboratorio
muviano dagli attacchi di ciò che resta
dell’esercito di Atlantide (e dove
molto tempo dopo sarà sepolta).
Un’altra parte si svolge nella Cina del
1938, in particolare a Shanghai. La
parte più moderna è quella che
riguarda Martin, i suoi amici e i suoi
avversari, tra il 1986 e il 1988, tra la
Manciuria e New York.
C.B. - E rispetto alla continuity trac-
ciata dagli albi a fumetti?
A.C.C. - La parte ambientata nel 1986
è successiva all’avventura dell’albo “Il
risveglio del dinosauro”; la parte che si
svolge nel 1988 si inserisce poco prima
del finale della storia de “L’esercito di
terracotta”, quando Martin, Diana e
Java si trovano in Manciuria, e
continua dopo il loro ritorno a New
York. Scelgo sempre opportuni
intervalli tra le storie narrate negli albi
a fumetti.
C.B. - Quali sono gli altri personag-
gi chiave del libro e quale il ruolo di
Martin, Diana e Java?
A.C.C. - Abbiamo un paio di nuovi
cattivi. Uno è un giovane informatico
incaricato di inserire negli archivi
della CIA i dossier di un ufficio ormai
chiuso dei servizi segreti, chiamato
Office of Unusual Warfare: documenti
dimenticati
che
contengono
informazioni esplosive su enigmi ai
confini della scienza, di cui il giovane
pensa bene di servirsi per scopi
personali. Ma gli serve parlare con
qualcuno che ci abbia lavorato e
rintraccia un ex agente nazista che
dopo la guerra è passato al servizio
degli americani. Questi lo coinvolge
su una pista che punta a Martin e
Java... In questo romanzo però ho
voluto mostrare finalmente in azione
anche Diana, che riesce a salvare
Martin da una situazione molto
pericolosa.
C.B. - Oltre a MM, c'è un altro perso-
naggio a fumetti del quale curi i ro-
manzi in prosa: Diabolik. Quali sono
le differenze di approccio, se vi sono,
per quanto riguarda i personaggi e i
rapporti con gli autori e le rispettive
case editrici?
A.C.C. - I rapporti sono ottimi: se per
Martin il mio referente è il BVZA, per
Diabolik ho rapporti con buona parte
della redazione, che comprende anche
il mio vecchio amico e complice nelle
sceneggiature del BVZM, Andrea
Pasini. Mi trovo benissimo a lavorare
anche con loro, sono sempre attenti,
gentili e simpatici. I personaggi sono,
ovviamente diversi: Martin mi
somiglia molto sul piano etico e volte
gli presto qualche mia caratteristica
(per esempio i rapporti con i cumuli di
posta e scartoffie arretrate); Diabolik è
l’opposto (anche se ha un suo codice
molto singolare); eppure quando
lavoro su ogni personaggio adotto il
metodo Stanislawsky e divento l’uno
o l’altro. Vale per tutti i personaggi,
inclusi quelli femminili.
C.B. - Nell'anno in cui Alfredo Ca-
stelli compie 70 anni e il mondo del
BVZM si è arricchito grazie all'uscita
della miniserie a colori (NAC) che ve-
de agire un giovane Martin alternati-
vo, questo nuovo romanzo assume il
valore di una sorta di regalo di com-
pleanno al nostro BVZA segnando
forse la ripresa della serie di cui si era
parlato ormai una quindicina d'anni
fa? E in quest'ottica, anche i precedenti
romanzi, e nel caso anche gli altri tuoi
racconti, potrebbero essere ristampati
dalla Bonelli?
A.C.C. - Spero che sia davvero un
regalo per Alfredo e per i trentacinque
anni di avventure di Martin, e sia
davvero anche l’inizio di una nuova
serie di cui i primi due romanzi sono
stati in un certo senso episodi-pilota.
Può darsi che ci sia una riedizione dei
precedenti, in ogni caso “L’ultima
legione di Atlantide” è tuttora
ordinabile in libreria e nei bookshop
online, nell’edizione in volume di
Cento Autori. L’importante è che il
pubblico di Martin accolga bene
questa iniziativa, che se avesse
successo potrebbe diventare, chissà,
un appuntamento annuale. Ho ancora
molte storie impossibili da raccontare
e la formula del romanzo a mio avviso
funziona. La parola adesso è ai lettori.